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Pubblicato il
13 ago 2014
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La banca russa Vtb pronta a rilevare il 60% di Cavalli

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Ansa
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13 ago 2014

Appendice russa per la 'saga' della vendita di Cavalli, con le trattative per la cessione di una quota della maison di moda che fanno tappa a Mosca. Lo stilista fiorentino Roberto Cavalli, che cerca un partner da cinque anni senza essersi ancora deciso al grande passo, avrebbe trovato un nuovo pretendente: Vtb Capital, la banca d’investimento del gruppo bancario Vtb. Quest'ultima sarebbe in trattativa con Roberto Cavalli per rilevare il 60% dell'azienda.

Roberto Cavalli


L'indiscrezione, emersa sull'autorevole sito Women's Wear Daily (WWD), confermata martedì 12 agosto al quotidiano russo Vedomosti sia da fonti della banca che dell'entourage di Cavalli, parla di un'offerta da mezzo miliardo di euro, che valorizzerebbe l'intero gruppo 830 milioni.

L'agenzia russa Interfax ha precisato che Vtb, una delle tre banche russe colpite dalle sanzioni decise dagli Usa e dall'Unione Europea in relazione alla crisi Ucraina, starebbe trattando per conto di un cliente e non avrebbe intenzione di mantenere la quota nel caso in cui l'operazione dovesse andare in porto.

Secondo WWD, che ha descritto Roberto Cavalli come desideroso di chiudere con i russi, lo stilista avrebbe addirittura interrotto le sue vacanze, rientrando a Milano per imprimere un’accelerazione al negoziato, con l'obiettivo di firmare ad ottobre. Tra le questioni ancora da definire ci sarebbe il ruolo della moglie Eva nella futura governance italo-russa.

Vtb Capital valuta Cavalli 37 volte l'Ebitda (margine operativo lordo) raggiunto nel 2013 (22,4 milioni), esercizio chiuso con una crescita del 9,3% dei ricavi, a quota 201 milioni, e con un utile di competenza del gruppo sceso da 359 a 159 mila euro.

Sono ormai cinque anni che Cavalli, il cui stile appariscente raccoglie molti fan tra i nuovi ricchi russi, sonda potenziali acquirenti per la sua azienda. Nel 2009 fu Clessidra a trattare l'ingresso ma l'avanzata della crisi economica e le posizioni della proprietà, che allora valutava l'azienda un miliardo, impedirono di raggiungere un accordo.

Sempre divergenze economiche sono all'origine delle fallite trattative, svoltesi nella prima parte dell'anno, sia con il fondo del Bahrein InvestCorp che con Permira. L'offerta del private equity inglese, che valorizzava il gruppo 450 milioni di euro, è stata giudicata insufficiente da Cavalli. Che ora sembrerebbe essere allettato dalla proposta molto più generosa dei russi.

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