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Ansa
Pubblicato il
23 mar 2023
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La Commissione europea lancia il suo piano contro il greenwashing

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Ansa
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23 mar 2023

Basta con il consumismo del 'prendi, usa, rompi e getta' in Europa: l'arte del riuso e della manutenzione ogni volta che si può è la via maestra per imprimere forza alla marcia verso la svolta green e far risparmiare a tutti oltre 190 miliardi di euro nei prossimi tre lustri.

Il piano Ue contro il greenwashing


L'altolà arriva ancora una volta da Bruxelles che, in una nuova controffensiva a tutela dell'ambiente, ha sfoderato le sue carte per allungare la vita dell'arcipelago di dispositivi tech - smartphone in testa - che animano la vita quotidiana di tutti gli europei. E allo stesso modo ha avvertito le aziende: spacciarsi per ambientaliste a soli fini promozionali non sarà più accettato. D'ora in poi - una volta incassato il via libera del Parlamento europeo e dei governi nazionali al disegno di legge - le etichette 'eco' e 'bio' sui prodotti dovranno essere accompagnate da prove scientifiche che ne garantiscano la veridicità. Tutto il resto sarà bollato solo come dannoso greenwashing che i governi nazionali saranno chiamati a punire comminando multe e sanzioni di entità proporzionale alla violazione.

Con una doppia proposta presentata in sequenza dai commissari Ue per la Giustizia e l'Ambiente, Didier Reynders e Virginijus Sinkevicius, l'esecutivo comunitario punta a rafforzare il Green Deal abbattendo l'impronta ambientale e i rifiuti elettronici e premiando gli imprenditori dalla vena più green a scapito di falsi ecologici. E per il versante tech la chiave risiede nell'estendere il diritto alla riparazione anche oltre il periodo di garanzia legale generalmente di due anni per smartphone, tablet, pc, lavatrici, forni microonde, aspirapolveri ed elettrodomestici di vario genere: i cittadini avranno la facoltà per "cinque-dieci anni" di rivolgersi a servizi di riparazione anche indipendenti dai produttori per far aggiustare i prodotti che hanno ancora speranze di vita - e risultino dunque tecnicamente riparabili - senza gettarli e sostituirli al primo difetto o segnale di cedimento. E potranno farlo usufruendo di manutenzioni ordinarie e straordinarie "più semplici ed economiche". Una pratica che Palazzo Berlyamont ha pensato di incoraggiare anche con una piattaforma di 'matching' online per far incontrare consumatori, riparatori e venditori di prodotti condizionati locali, aiutandoli a comparare le offerte e ad aprire la competizione nel settore. A disposizione vi saranno anche un modulo europeo per offrire informazioni chiare sulle condizioni e i prezzi dei servizi di manutenzione, e uno standard di qualità europeo per i manutentori. Tutte possibilità da affiancare a modelli di eco-design sostenibili da affinare da parte dei produttori per migliorare durata e resistenza dei dispositivi contro l'ormai celebre obsolescenza programmata.

Una rivoluzione dei comportamenti individuali in linea di massima ben accolta dai consumatori europei (Beuc) che potrà essere incentivata anche dai governi nazionali con tagli dell'Iva ad hoc. E che, nei numeri offerti da Reynders, porterà all'Ue risparmi per 15,6 miliardi di euro per venditori e produttori e pari a 176,5 miliardi di euro per i consumatori in 15 anni. Benefici che, è la tesi di Bruxelles, si estendono all'ambiente, quantificabili in "un risparmio di emissioni di gas serra di 18,5 milioni di tonnellate, un risparmio di risorse di 1,8 milioni di tonnellate e di rifiuti di 3 milioni di tonnellate". Un ambiente da proteggere anche con una stretta in arrivo sulle false dichiarazioni 'verdi' delle aziende: nelle stime Ue il 53,3% di quanto dichiarato come 'bio', 'eco', 'carbon neutral' o 'realizzato con plastica riciclata' oggi non corrispondere al vero.

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