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15 nov 2019
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La Budapest Central European Fashion Week spicca il volo con Camera Moda

Pubblicato il
15 nov 2019

Squadra che vince non si cambia. La Budapest Central European Fashion Week accresce il suo peso internazionale grazie al rinnovato supporto di Camera Nazionale della Moda Italiana. Nuove location e collezioni aggiornate dal punto di vista stilistico hanno convinto gli addetti ai lavori e attirato nella capitale ungherese circa 6.000 visitatori, 1.000 in più rispetto all’edizione 2018.

Un look della PE 2020 di Cukovy


“Abbiamo raddoppiato il numero di buyer internazionali, in particolare quelli provenienti da Italia, Messico e Russia”, ha dichiarato Zsófia Bata-Jakab, CEO della Hungarian Fashion and Design Agency che organizza l’evento, giunto alla sua quarta edizione e dedicato, quest’anno, alle collezioni primavera-estate 2020.
 
Ad aprire il programma della manifestazione, il 7 novembre, è stato il ‘Budapest Fashion & Tech Summit’: una tavola rotonda dedicata al rapporto tra sostenibilità e tecnologia, a cui hanno partecipato professionisti del settore come l’ex Levi Strauss & Co e Primark, Henry Holland.

La batteria di sfilate è iniziata il giorno 8 con gli stilisti internazionali, al Tesla Event Kult, capitanati dall’italiano Gilberto Calzolari, che ha sfoggiato la sua innovativa proposta di moda green, insieme all’inglese Patrick Mcdowell e all’ucraino Jean Gritsfeldt. Al termine anche uno show collettivo di emergenti locali. Il 9 e 10, invece, al Bálna Budapest, è stata la volta dei designer ungheresi. La location – un pregevole esempio di recupero architettonico di vecchi magazzini a cui è stata data la forma di una balena – ha ospitato, tra gli altri, il défilé dell’affermata Nanushka. 

Un look della PE 2020 di Gilberto Calzolari


La BCEFW mira a ritagliarsi un posto di primo piano all’interno del calendario internazionale delle fashion week con il sostegno di Camera Moda che, a settembre 2018, ha siglato con l’HFDA un’intesa pluriennale per promuoverne i talenti emergenti. La partnership coinvolge, oggi, sei marchi ungheresi, la maggior parte dei quali presenti in passerella a Budapest: Abodi, Artista, Cukovy, Elysian, Zsigmond Dóra e Je Suis Belle. Gli stessi nomi erano presenti anche lo scorso settembre a Milano per presentare, durante la fashion week meneghina, le loro collezioni all’interno del programma di mentoring di CNMI.

L’industria della moda ungherese vanta numeri in crescita e l’azione della giovane agenzia sta incassando ottimi risultati. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel Paese sono attive oltre 7.000 aziende (tessile, pelle, calzatura e abbigliamento) che danno lavoro a più 50.000 addetti. Nel biennio 2016-18 il valore della produzione del tessile-abbigliamento nazionale è aumentato del 30%, passando da 114 miliardi di fiorini (340,8 milioni di euro) a 150 miliardi di fiorini (448,4 milioni di euro). L’incremento ha interessato anche il reddito lordo dei dipendenti, salito del +13% rispetto ai 186mila fiorini del 2016.

Un look della PE 2020 di Adobi

 
“È la prima volta che realizziamo un programma di mentoring così strutturato e con un progetto di continuità nel tempo”, racconta a FashionNetwork.com il presidente di Camera Moda, Carlo Capasa. “Grazie al lavoro di mentoring, i designer ungheresi hanno avuto l’opportunità di conoscere la filiera italiana, un modo per valorizzare tutto il nostro sistema produttivo e un'occasione di comunicazione e valorizzazione per la moda italiana nel mondo”, prosegue il presidente.  
 
“Per il futuro”, aggiunge, “continueremo a selezionare insieme all'HFDA giovani talenti emergenti ungheresi che potranno seguire il nostro programma formativo e presentare le loro collezioni nell'ambito della fashion week di Milano”, e anticipa che simili iniziative con altri Paesi “sono nei nostri piani strategici”.

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