25 ago 2013
L’utile crolla, Abercrombie affonda a Wall Street
25 ago 2013
Il successo di Abercrombie & Fitch sembra essersi arrestato. Il gruppo americano di moda giovane è crollato di circa il 20% in Borsa giovedì 22 agosto in occasione della pubblicazione di risultati trimestrali particolarmente negativi.
Nei tre mesi chiusi il 28 luglio, secondo trimestre dell’esercizio 2013-14, le vendite sono diminuite di circa l’1% con ricavi pari a 945,7 milioni di dollari (707,6 milioni di euro). In particolare le vendite negli Stati-Uniti sono calate dell’8%, a 597,3 milioni di dollari. Le vendite internazionali sono cresciute invece del 15%, a 348,4 milioni, mentre l’e-commerce è aumentato del 21%, a 154,3 milioni di dollari.
Sono sicuramente i dati a perimetro costante (same store) ad aver preoccupato il mercato, con vendite in calo del 10%. Nel secondo trimestre le vendite “same store” negli Stati Uniti sono crollate dell’11%, mentre le vendite internazionali sono calate del 7%. Tutti i marchi del gruppo hanno sofferto. Abercrombie ha registrato un calo delle vendite “same store” del 6%, Abercrombie Kids del 3%, e Hollister del 13%.
I risultati riflettono l’andamento negativo dell’attività del gruppo nel trimestre, con un calo dell’utile del 33%. L’utile netto è infatti passato da 17,1 milioni di dollari nel secondo trimestre 2012 a 11,4 milioni nell’analogo periodo un anno dopo.
Mike Jeffries, direttore generale e presidente del consiglio di amministrazione sottolinea: «Il secondo trimestre è stato più difficile del previsto per via di un minore afflusso nei negozi e della debolezza persistente nel settore dell’abbigliamento femminile”. Il manager ha precisato inoltre che non si aspetta un miglioramento nel terzo trimestre nonostante corrispondi al rientro scolastico.
Preoccupa inoltre, secondo alcuni osservatori, la possibile erosione di un concept con un format molto rigido e criticato.
Jean-Paul Leroy (versione italiana di Dominique Muret)
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