Pubblicato il
18 giu 2009
18 giu 2009
L'uomo si prepara a sfilare a Milano
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18 giu 2009
18 giu 2009
MILANO, 18 GIU - Partono sabato 20 giugno le sfilate del pret-à-porter maschile per la primavera-estate 2010. Prendendo il testimone da Firenze, dove venerdì chiude i battenti il Pitti Uomo, Milano è pronta a diventare per quattro giorni vetrina delle tendenze per lui della prossima stagione calda: fino a martedì 23 giugno sono infatti in programma 41 sfilate per 39 marchi, 34 presentazioni per altrettanti brand, inaugurazioni ed eventi collaterali come la passerella sotto le stelle che sarà allestita sabato in Piazza della Scala e aperta al pubblico.
Sfilata Milanese di Burberry giugno 2008 - Foto : Giuseppe Cacace/AFP |
Le sfilate, il cui calendario definitivo è stato reso noto oggi dalla Camera della Moda, saranno aperte e chiuse dalla maison Zegna con i suoi due marchi: Ermenegildo Zegna e l'anima giovane del brand, Z Zegna che quest'anno debutta a Milano Moda Uomo dopo l'esperienza triennale delle passerelle newyorkesi. Giorgio Armani presenta la prima linea sabato e quella Emporio martedì 23, così come avviene per Dolce & Gabbana (il 20) e D&G (23). Gucci, Versace e Gianfranco Ferré fanno scendere in passerella le proprie anteprime maschili domenica 21 giugno.
Roberto Cavalli fa sfilare i suoi uomini lunedì 22, così come Prada, Moschino, Etro e Salvatore Ferragamo. Martedì spazio anche a Iceberg e Scervino. "Questa edizione di Milano Moda Uomo - ha spiegato il presidente della Camera della Moda, Mario Boselli - presenta nel complesso 93 collezioni, 12 in più rispetto a gennaio, non prevede sfilate fuori calendario né sovrapposizioni. Mi pare la dimostrazione che in momenti difficili anche gli stilisti italiani riescono a essere uniti a difesa del Made in Italy".
L'unione fa la forza, dunque, in tempi di crisi. Ma lo scenario produttivo, anche nel comparto tessile e dell'abbigliamento, "sta già dando qualche segnale di ripresa", ha confermato Boselli. "Ad aprile - ha aggiunto - la produzione industriale è cresciuta dell'1,1% e quella tessile dell'1,7%. Aumenti poco significativi dal punto di vista delle cifre, ma importanti perché segnano un'inversione di tendenza rispetto ai dati che avevamo tra le mani nei mesi scorsi". Quello di Boselli resta però un ottimismo cauto: "le previsioni ci dicono comunque che l'industria della moda chiuderà l'anno con un calo del fatturato intorno al 6,5%".
Fonte: Ansa
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