L’offerta maschile di Hugo Boss, Ralph Lauren, Tommy Hilfiger e Calvin Klein passata al setaccio
Dopo mesi di outfit casual, il tempo della tuta di pile sarebbe passato. Se dobbiamo credere alle silhouette proposte durante le ultime sfilate e alle analisi delle ricerche effettuate dagli utenti in alcuni siti dedicati alla moda, il ritorno a uno stile più formale è in arrivo.

Che sia perché si è tornati in ufficio, per una voglia di eleganza la sera o per il desiderio di ritornare a uno stile preppy, spinto ad esempio dal ritorno di una serie tv come “Gossip Girl” che aveva rilanciato il genere quindici anni fa, il guardaroba maschile potrebbe tornare ad essere più elaborato nei prossimi anni.
Constatando che uno studio condotto da Statista prevede una crescita annua di quasi il 5% per il ready-to-wear maschile a livello globale e stima questo mercato valere 500 miliardi di dollari nel 2021, l'analista Retviews di Lectra ha esaminato l'offerta di quattro forti player della moda maschile premium.

La società ha analizzato i siti Web di vendita al dettaglio di Ralph Lauren, Hugo Boss, Tommy Hilfiger e Calvin Klein tra l'inizio di maggio e la fine di agosto del 2021.
Prima lezione: questi grandi attori del segmento dell’abbigliamento formale (oltre 12 miliardi di euro di fatturato complessivo per loro quattro lo scorso anno), per la maggior parte non sono stati attivi nel cogliere le tendenze più casual che sono state al centro dei comportamenti dei consumatori negli ultimi mesi con la pandemia globale di Covid-19.
In media, questi marchi hanno un quinto della loro proposta composto da magliette, felpe e pantaloni della tuta. Calvin Klein e Tommy Hilfiger, il cui DNA è più vicino allo sportswear americano, hanno rispettivamente il 29% e il 27% della loro offerta composta da prodotti casual.
Al contrario, anche se la sua ultima sfilata ha mostrato la volontà di offrire ai propri clienti silhouette meno formali, il marchio tedesco Hugo Boss ha preso tale svolta solo di recente e questi tipi di prodotti rappresentano solo il 16% della sua offerta.

I marchi che storicamente non si basano sullo streetwear hanno beneficiato della crescita del loungewear e mantengono livelli significativi di prodotti della categoria nel loro assortimento, il che indica il valore e la presenza continua del loungewear nella moda maschile, analizza il team di Retviews.
Un altro segmento sempre più popolare della moda uomo è lo “smart casual”. Pantaloni eleganti con elastico o con coulisse in vita, tagli casual, tessuti elasticizzati e pantaloni stile jogger stanno guadagnando terreno nel settore. Il taglio informale potrebbe essere il compromesso ideale, per quei “consumatori che non vogliono rinunciare alla comodità e tornare in ufficio con un look più attillato”.
La t-shirt è gettonatissima
“I nostri dati indicano che i top sono l'elemento fondamentale dell'abbigliamento maschile di fascia alta, rappresentando oltre il 40% dell'assortimento di ciascun marchio, ad eccezione di Calvin Klein che si concentra maggiormente sugli accessori, nei quali rientra il suo assortimento di biancheria intima. Tra i top dei marchi, le t-shirt sono il capo più gattonato, seguite da polo e felpe, a indicare il continuo interesse per l'abbigliamento casual”.

A seconda del mercato, alcuni capi hanno più potenziale. Retviews osserva quindi che la polo è un prodotto chiave più forte sul mercato americano che in Europa.
Lo studio di Retviews mostra anche che sebbene i marchi nelle loro campagne pubblicitarie comunichino basandosi sui completi e mettano in evidenza le loro proposte di capispalla e abiti, i loro prodotti più formali rappresentano però solo un'offerta limitata della loro gamma.
Al di là di un Calvin Klein il cui segmento accessori e intimo rappresenta la maggior parte dell’attività, da Tommy Hilfiger, Ralph Lauren e persino Hugo Boss, i completi da uomo rappresentano meno del 10% dell'offerta nel periodo studiato da Retviews. In compenso, in questo periodo estivo, la proposta di scarpe, prodotti di accesso a un marchio per eccellenza insieme ai profumi, è spesso importante quanto quella degli abiti o dei soprabiti. Ma resta ancora più semplice firmare con un logo una sneaker o una polo che un completo a tre pezzi.
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