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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
18 giu 2018
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L'ode di Fendi alle dicotomie della Città Eterna

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
18 giu 2018

Fendi è tornato alle proprie radici nel suo show milanese di lunedì, riferendosi a tutti gli elementi contraddittori della sua città natale, Roma: il moderno contro l'antico, il diabolico in competizione con il sacro.

Fendi - Primavera-Estate 2019 - Menswear - Milano - © PixelFormula


Fendi ha chiamato la collezione “Fendi/Fiend Fendi/Amor”, e il tunnel scuro del setting, la passerella nera come la pece e la tavolozza di colori cupi erano tutti elementi piuttosto minacciosi. Come lo erano i piccoli demoni, le rane arrabbiate e i serpenti con la lingua a forma di doppia F incorporati in molti look.
 
“È addirittura il logo della nostra casa di moda a suggerirlo. Le doppie F che si confrontano l’un l’altra. Roma dovrà sempre sopportare il confronto del vecchio col nuovo; del buio della notte con l'intenso sole del pomeriggio. La religione e l’abbandono”, ha detto a FashionNetwork.com Silvia Fendi.

Persino la musica catturava questa dicotomia del sacro con il profano grazie al canto “Gregorian”, versione dei Blue Monday del suggestivo brano “How Does It Feel” dei New Order.
 
È belllo vedere Fendi – il marchio italiano più famoso nel portafoglio del francese LVMH – mantenere le cose in famiglia. L’artista Nico Vascellari, il fidanzato della figlia di Silvia, Delfina Delettrez, ha fornito gli schizzi e le grafiche. Nico, come tutti lo chiamano, ha anche creato una carta da gioco divisa in due parti, con Silvia da un lato come regina, e il direttore creativo di vecchia data della casa, Karl Lagerfeld, dall’altro come joker, chiamato JoKarl.
 
L’elemento chiave della collezione è stato il giubbotto leggero: in maglia di camoscio, tagliato come un gilet da cacciatore di anatre; o un gilettino da golf fatto con F curvate; o una giacca da baseball quadrata in cashmere realizzata con elastico alla vita, polsini con risvolto e scollatura. E in una stagione di plaid high-tech, pochi sembravano più belli delle versioni in organza di nylon di Fendi.
 
“Silvia è uno spirito davvero libero, crea con un’anima romana”, ha detto Serge Brunschwig, recentemente nominato CEO di Fendi ed evidentemente di umore esuberante – e come altro poteva essere, visto che la passerella era piena di prodotti altamente commerciali!

Fendi - Primavera-Estate 2019 - Menswear - Milano - © PixelFormula


La prossima fermata sarà Parigi, dove Fendi organizzerà un défilé durante la stagione delle sfilate d’alta moda mercoledì 4 luglio. “Uno show Couture di Fendi”, ha sottolineato con forza Brunschwig, dal momento che la collezione era precedentemente conosciuta come Haute Fourrure. “Vogliamo ampliare concept e offerta”, ha rivelato il CEO.
 
La schiera di fan in prima fila era assolutamente ampia ed eclettica: la bellezza bionda Jamie Campbell Bower, cantante della band giovanile Counterfeit; la rapper M.I.A. (immersa nei loghi dalla testa ai piedi); la rap band britannica Last Night In Paris; l’attore anglo-francese e nominato al premio ‘César’ Finnegan Oldfield; il pugile Chris Eubanks Jr; la vivace influencer di Amburgo Caroline Daur, e la stella cinese del rap Miss Vava.
 
Nel backstage, beh, sembrava quasi di essere sul famoso viale Bund di Shanghai, per quanto numerosi erano i fan e i VIP cinesi, bramosi di selfie con Silvia Fendi. Ogni singolo fan sfoggiava una qualche forma di doppia FF. E in passerella, è stato difficile ricordare se ci fosse un solo look senza logo; sui cappelli flosci da golfista; sui sandali da corsa di lana grossa o sulle decine di borse portate dal cast di modelli.
 
E se è vero che poche case di moda hanno saputo sfruttare il potere del loro marchio in modo spettacolare come Fendi, a volte il branding ossessivo diventa un pochino opprimente. C’è la logomania, che è una cosa; c'è il sovraccarico dei loghi, che è un’altra – una frontiera che Fendi potrebbe essere pericolosamente vicina ad oltrepassare.

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