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APCOM
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Pubblicato il
7 feb 2012
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L'Italia, un Paese in vendita
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7 feb 2012
7 feb 2012
E' l'allarme che lancia Pambianco nel suo studio sulle operazioni di M&A realizzate nel settore della moda e del lusso nel 2011. Anno in cui molte aziende italiane con marchi di prestigio sono finite in mani straniere.
Bulgari, uno dei marchi italiani passato nelle mani francesi di LVMH - Foto APCOM |
Il 16% delle operazioni di M&A messe a segno a livello globale riguardano deal realizzati in Italia da soggetti esteri (15 operazioni). Ma non è tanto il numero che preoccupa - commenta Pambianco - quanto la qualità delle operazioni realizzate dagli stranieri nel nostro Paese. "Andando di questo passo si corre il rischio di perdere nell'arco dei prossimi anni gran parte del patrimonio italiano nei settori della moda e del lusso".
La lista è lunga e ricca di nomi eccellenti. Predatori durante il 2011 sono stati i francesi, con LVMH e PPR che hanno acquisito Bulgari e Brioni, ma anche i coreani, con il gruppo E.Land che ha rilevato Mandarina Duck e Coccinelle e con Lg Fashion che è diventata proprietaria di Allegri. I thailandesi di Central Retail Corporation hanno acquisito La Rinascente, gli austriaci di Labelux hanno rilevato il controllo della Belstaff, dal Medio Oriente il gruppo Paris Group ha acquisito Gianfranco Ferré e infine anche il gruppo Ferretti Yacht è passato ai cinesi di Shandong Heavy.
Nonostante la crisi, il mercato della moda e del lusso a livello mondiale è comunque in crescita, trainato dall'Asia e dai paesi in via di sviluppo. Di questa situazione - spiega Pambianco - si stanno avvantaggiando i grandi gruppi esteri del lusso con crescite a doppia cifra nei fatturati e nei margini così da generare abbondante liquidità in cassa. In Italia, non solo la dimensione media delle aziende è ridotta e non permette loro di agganciare questo treno di crescita ma il mercato interno è in sofferenza. Questo è il motivo per cui le nostre aziende, che non crescono, diventano prede ambite.
In Italia non ci sono player capaci o vogliosi di creare poli e gruppi aggreganti come all'estero. Il paradosso anzi è che sono gli esteri a creare poli di aziende italiane (PPR detiene Gucci, Bottega Veneta, Sergio Rossi e Brioni).
Fonte: APCOM