24 lug 2013
L’Italia guarda al mercato americano
24 lug 2013
SMI ribadisce l’importanza del mercato americano per il Made in Italy in occasione di un seminario organizzato il 23 luglio a New York in concomitanza con cinque appuntamenti fieristici (MRket, Liberty, Capsule, Project e Premiere Vision), a cui hanno partecipato 90 aziende italiane. “Nel 2012 il totale del valore delle nostre esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento ha superato gli 1,6 miliardi di euro, in crescita del 15,1% sull’anno precedente”, ha indicato Claudio Marenzi, nuovo Presidente di Sistema Moda Italia nel corso di questo seminario newyorchese promosso dalla Federazione degli Imprenditori del Tessile Moda con Intesa Sanpaolo.
Secondo i dati di SMI, l’export di abbigliamento italiano verso gli Stati Uniti è stato di 1,3 miliardi di euro, pari all’80% del totale. Tra i prodotti che hanno evidenziato le dinamiche più positive: il vestiario esterno sia maschile (+19%) sia femminile (+5,9%), la maglieria esterna (maschile e femminile). Crescita anche per la camiceria: quella femminile mostra un trend del +20,8%, mentre quella maschile del +7,1%”.
Nel corso del seminario, intitolato “Come la crisi ha modificato le abitudini del consumatore americano”, Claudio Marenzi ha sottolineato il potenziale di questo mercato per le aziende di moda italiane, specialmente ora che gli Stati Uniti sono in ripresa. Inoltre il mercato americano dell’abbigliamento maschile si è evoluto. I nuovi manager americani sono meno attratti dal formale, prediligendo quello stile casual raffinato caratteristico del Made in Italy.
“Degli USA siamo solo l’undicesimo Paese fornitore di prodotti del tessile-moda, abbiamo grandi margini di crescita. Dobbiamo solo conoscere di più e meglio ciò che vogliono i consumatori americani ed è proprio quello che ha cominciato a fare la nostra Federazione, assieme a Intesa Sanpaolo, con questo seminario. L’orientamento all’export della nostra industria è condizione essenziale per continuare ad essere un soggetto rilevante sia per quanto riguarda l’occupazione, sia per il contributo positivo che fornisce alla bilancia commerciale del nostro Paese”, ha concluso Claudio Marenzi.
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