Ansa
24 gen 2017
L'industria della filatura archivia il 2016 in calo (-2,6%)
Ansa
24 gen 2017
Anche il 2016 non si è rivelato un anno favorevole per l'industria italiana della filatura: secondo i dati elaborati da Smi (Sistema moda Italia) e diffusi il 24 gennaio, alla vigilia di Pitti Filati 80, il fatturato settoriale è stimato in calo del -2,6%, per un giro d'affari a poco più di 2,8 miliardi di euro. Su questo risultato ha influito il calo della domanda estera, mentre il mercato italiano ha dimostrato maggior interesse senza però riuscire a compensare le perdite oltreconfine. La flessione del fatturato accomuna i tre comparti (filati lanieri, cotonieri e linieri) e anche il valore della produzione è stimato in lieve calo rispetto ai livelli del 2015 (-0,5%).
Come accennato, i mercati esteri hanno deluso: è prevista una chiusura del 2016 al -4,5%, a 832 milioni di euro. Parallelamente l'import dovrebbe archiviare un aumento del 3,8%, per 881 milioni di euro. Il saldo commerciale, come già avvenuto nel 2011, torna in deficit per un valore di 49 milioni di euro. Se si focalizza l'analisi sui primi dieci mesi del 2016, sulla base dei dati Istat,la filatura archivia un calo del 3,8% in termini di export, mentre l'import assiste ad una discreta crescita pari al 4,9%.
L'export di filati cardati accusa una contrazione verso Hong Kong (-14,8%) e Croazia (-12,3%). Di contro, l'export verso il Regno Unito mostra un timido +0,7%, ma cresce quasi del 50% nel caso della Corea del Sud. Anche l'export di filato pettinato sperimenta una perdita non marginale nel caso di Hong Kong (-20,5%), mentre mostra una crescita in Romania (+18,7%). La Repubblica Ceca, terza destinazione, archivia un aumento pari al 39,5%.
Il fatturato estero dei filati misti chimico-lana registra un incremento in Croazia (+11,4%), Portogallo (+29,2%) e Spagna (+42,5%); ma cede del 28,3% in Turchia. Per quanto concerne i filati di cotone i flussi di export presentano decrementi del 5% e del 9,6% rispettivamente in Germania e in Croazia. Di contro, sperimentano un'evoluzione positiva in Repubblica Ceca (+1,4%), Spagna (+3,1%), Ungheria (+2,2%), Francia (+6,9%) oltre che Regno Unito (+2,7%).
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