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12 nov 2018
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L'export sostiene il tessile-moda italiano nei primi sette mesi del 2018

Pubblicato il
12 nov 2018

Il tessile-moda nazionale continua a crescere, nonostante un contesto economico globale sempre più sfidante e un mercato interno che fatica a “brillare”. Le aziende del comparto hanno archiviato i primi tre trimestri in positivo, mostrando una progressione delle vendite (+3,3%; +3,5%; +3,9%) dovuta principalmente alle esportazioni, soprattutto extra-UE, incrementate del 2,6% nei primi sette mesi dell’anno oltre i 18,4 miliardi di euro.

Un momento della sfilata Fendi - Facebook/Fendi

 
I dati sono il frutto dell’Indagine Congiunturale del Centro Studi di Confindustria Moda per conto di SMI realizzata su una novantina di aziende operanti in tutti gli stadi della filiera del Tessile-abbigliamento.
 
Nel complesso, le performance migliori si devono alle imprese attive a monte della filiera, che nei primi tre mesi dell’anno hanno messo a segno un sonoro +7%, confermando il trend positivo anche nel secondo trimestre (+3,2%) e nel periodo luglio-settembre (+5,8%). Sebbene in misura minore, aumentano i fatturati anche dei player a valle, rispettivamente del 0,6%, 3,6% e del 2,8%.

L’export di moda Made in Italy ha messo a segno tre trimestri di fila da incorniciare (+9,9, +10% e +8%), mentre la scarsa domanda interna ha fatto registrare contrazioni delle vendite dell’1,4% e del 4,3%. In controtendenza i tre mesi da luglio a settembre con un +1% per il fatturato italiano.
 
Nei sette mesi, Germania, Francia e UK si confermano le prime 3 destinazioni del tessile-moda italiano. Significativo il calo delle vendite dirette in Spagna (-2,9%) e l’incremento delle cessioni verso le piazze extra europee (+4,7%), con in testa USA e Svizzera (+16,6%). Infine, sempre sul fronte extra-UE, è boom di richieste dalla Cina (+18,3%) e dalla Corea del Sud (+7,3%), mentre Hong Kong frena al -0,9%.
 
La Cina si conferma primo fornitore per l’Italia: nonostante la flessione del 5,7%, il 18,8% dell’import di tessile-abbigliamento è di origine cinese. Oltre 1,3 mld di euro distanziano il grande Paese asiatico dal secondo partner nazionale, la Francia, che evidenzia un aumento del 26,3% salendo a quota 8,3%.
 
“Il calo cinese”, spiega la nota economica, “va messo in relazione all’aumento delle importazioni dai Paesi Bassi (+21,2%), porta d’ingresso per manufatti d’oltremare”.
 
Nel periodo gennaio-luglio, calzetteria (+4,4%), maglieria (+3,5) e filati (+3,2%) sono state le categorie merceologiche più richieste all’estero; tra i prodotti più importanti spiccano, invece, maglieria (+5,0%) e capi confezionati (+3,9%). Nel complesso, il saldo commerciale oltrepassa i 5,7 miliardi di euro, mostrando un incremento di 165 milioni rispetto al gennaio-luglio 2017.

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