L’eleganza autoindulgente di J.W. Anderson
La mente più fertile della moda contemporanea londinese, quella del britannico Jonathan Anderson, ha portato a Parigi una nuova, anche se non molto ampia, collezione mercoledì.
Una collezione squarciata, forata e spezzettata, un'idea ispirata da sua sorella adolescente, che era solita tagliare e modificare le sue T-shirt in gioventù.
“A quei tempi si potevano comprare dei kit con perline di plastica per farlo”, ha detto un sorridente Anderson nel dopo-show.
Il risultato sono state maglie ridotte ad appena 20 strisce di tessuto a forma di fettuccina per gli uomini; mentre per le ragazze di questo show misto il designer ha puntato su top in seta con fori grandi come palline da baseball rifiniti con cristalli. Altri ragazzi sono comparsi in cardigan patchwork fatti all'uncinetto con pantaloncini abbinati, come “mosaici saltati per aria”, nelle parole del designer.
“Vestiti che sembravano tramandati. Una modernità nell'erroneità”, ha affermato Anderson dopo la sfilata, allestita nello spazio d'arte delle Galeries Lafayettes nel Marais. Al centro, un meraviglioso pollaio artistico di metallo degno di Heath Robinson con deliziose parti mobili.
La metà dei modelli indossava fasce per capelli lavorate a maglia in stile Moro di Venezia. Gli zoccoli in feltro e gli infradito ghirlandati ci sono parsi sicuri successi futuri, come del resto le tote bag metalliche pieghettate. Indubbiamente, tutto il recente successo di Anderson è stato costruito sulla sua misteriosa e sorprendente abilità di creare accessori stravaganti ma pratici. Molti dei quali si sono visti in questo show.
Anche quando ha coperto le cose – in una serie di giacche da smoking tagliate con bravura, o in capi con proporzioni e tagli esagerati – Jonathan ha comunque mostrato molta pelle dei corpi del suo cast. Abiti per la mattina senza maniche o smoking bianchi con maniche da saio gesuita.
“Dopo gli show della donna a Londra, con 40 modelli e le proporzioni che sono esplose, volevo portare questi elementi nel menswear. Anche se in questa occasione per smussarli, e rendere l’uomo molto schietto. Una proposta di moda, non di styling”, ha spiegato Anderson, che metterà in scena la sua prossima sfilata per il marchio spagnolo Loewe, che fa parte del colosso francese LVMH, sabato presso l’UNESCO.
Lo show del suo brand ha attirato non solo uno, ma ben tre presidenti di LVMH; il CEO di Anderson, Jenny Galimberti; Serge Brunschwig di Fendi e il leader del gruppo di moda e lusso, Sidney Toledano. Un bel riconoscimento per la posizione di Anderson nella società.
Detto questo, tutto il défilé è sembrato un po’ troppo sperimentale, anche un tantino autoindulgente da parte di Anderson. Vestiti intelligenti, ma non molto indossabili nel quotidiano, realizzati da un designer (non si può fare a meno di notarlo) che non indossa mai nessuno dei suoi vestiti visti sfilare in passerella quando esce a salutare il pubblico. Provate a dirlo a Giorgio Armani, Tom Ford, Yohji Yamamoto o Ralph Lauren.
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