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Gianluca Bolelli
Pubblicato il
23 lug 2019
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L’economia del Regno Unito minacciata dalla recessione con la Brexit

Di
Reuters
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
23 lug 2019

L'economia britannica è ferma, afferma l’istituto britannico di studi economici National Institute of Economic and Social Research (NIESR), che stima al 25% la probabilità che il Regno Unito precipiti in una fase di recessione a causa di una prolungata crisi della Brexit.

Foto d'archivio: Reuters/Hannah McKay


L’istituto nazionale di ricerca economica e sociale sottolinea che i fattori di crescita sono “pesantemente tendenti al ribasso”, mentre stima al 40% la probabilità di un'uscita del Regno Unito dell'Unione Europea senza accordo.
 
Boris Johnson, favorito per prendere il comando questa settimana del partito conservatore e diventare il prossimo Primo Ministro, ha detto che accelererebbe i preparativi per un'uscita senza accordo allo scopo di costringere l'UE a modificare il compromesso sul divorzio negoziato dal Primo Ministro Theresa May e sconfessato dal Parlamento britannico per ben tre volte.

Il NIESR ha già stimato che l'economia britannica si sia contratta nel secondo semestre. Un nuovo trimestre di contrazione corrisponderebbe tecnicamente a una recessione, la prima dalla grande crisi finanziaria del 2008-2009.
 
L’Office for Budget Responsibility (OBR), organismo indipendente che determina il quadro macroeconomico del budget di bilancio, la scorsa settimana ha dichiarato che il Paese potrebbe entrare in recessione.
 
In un rapporto pubblicato lunedì, il NIESR afferma che le prospettive per i prossimi trimestri sono contornate da gravi rischi.
 
“Le prospettive oltre il mese di ottobre, al termine del quale il Regno Unito dovrà lasciare l’Unione Europea, sono davvero molto cupe, con il rischio di una contrazione severa in caso di Brexit senza accordo e disordinata”, avverte l’istituto.
 
Il NIESR ha abbassato le sue previsioni di crescita dell'economia britannica all’1,2% nel 2019 e all’1,1% nel 2020 contro rispettivamente l’1,4% e l’1,6% precedenti. L’organismo associa una probabilità del 30% a uno scenario di contrazione dell'attività nel 2020, sulla base delle diverse ipotesi di Brexit che prende in considerazione. “Non ci sarà crescita tangibile per alcuni anni dopo una Brexit senza accordo”, ha dichiarato il suo direttore, Jagjit Chadha, durante una conferenza stampa.
 
Anche in caso di accordo raggiunto dal prossimo Primo Ministro, le finanze pubbliche soffriranno, prevede il NIESR. “Un certo allentamento delle finanze dello stato sembra inevitabile e prevediamo che il disavanzo pubblico raggiungerà il 2% del PIL, con il rischio di sostanziali superamenti degli obiettivi di bilancio del governo in caso di Brexit senza accordo”.
 
I due pretendenti alla successione del Primo Ministro, Boris Johnson e il suo rivale Jeremy Hunt, hanno promesso di aumentare la spesa pubblica, attirandosi le critiche dell'attuale ministro delle finanze, Philip Hammond.

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