L’alta moda architettonica di Dior, che prepara il restauro della sua sede
Raramente l’arte di utilizzare riferimenti artistici per ispirare moda rivoluzionaria, innovativa e all’avanguardia è stata espressa meglio che nell’ultima sfilata d’alta moda di Christian Dior, il cui tema di fondo era l’esplorazione della complementarietà dei rapporti tra architettura e moda.
Questa sartorialità architettonica si è manifestata pienamente nell’ultimo memorabile show della maison francese Dior, orchestrato dalla stilista italiana Maria Grazia Chiuri, e allestito in un set disegnato dalla statunitense di origini britanniche Penny Slinger all'interno dei grandi saloni della storica firma di moda e lusso su Avenue Montaigne.
Ironicamente, lo show è stato messo in scena proprio pochi giorni prima che la casa faccia partire un’approfondita ricostruzione del suo storico quartier generale situato sulla famosa via parigina ricca di negozi di lusso.
La collezione ha richiamato i giorni di gloria di Monsieur Dior, e la sua ossessione per il nero (tre quarti degli outfit erano di quel colore). Comunque, i capi sono rimasti totalmente aderenti alla visione di Dior che la Chiuri ha da sempre: la designer si focalizza infatti su una visione moderna ed elegante della femminilità.
La stilista italiana ha infarcito il défilé di riferimenti al celebre critico architettonico Bernard Rudofsky, che vedeva i vestiti come costruzioni creative, immaginandoli come forme e configurazioni interamente nuove per il corpo umano.
La Chiuri ha messo alla prova il suo atelier creativo disegnando degli abiti impressionanti, realizzati con una corsetteria interna precisa al millimetro e vestiti stravaganti, capolavori flou. I più significativi sono stati alcuni fantastici vestiti da vedova scozzese in lutto/femme fatale svasati in basso in favolose combinazioni di rete a maglia, girandole di chiffon annodato, ciniglia, piume laccate, velluti intensi, mussolina e pizzi intrecciati. Le donne di Dior sono forti ma graziose, una sorta di cariatidi moderne.
“L’idea era di rispettare ed omaggiare tutte le grandi donne e le muse della maison Dior”, ha detto la Chiuri, la cui sola lamentela è stata che ha dovuto organizzare un secondo défilé immediatamente dopo il primo, a causa del poco spazio disponibile all'interno dello storico salone in cui si è svolto l’evento.
I saloni sono stati brillantemente reinventati da Penny Slinger. Tra gli elementi della decorazione spiccavano una finta sequoia gigante di carboncino ispirata dal racconto Jack e la pianta di fagioli che si arrampicava per quattro piani attraverso la scalinata; e poi favolosi dipinti in bianco e nero e un quartetto d'archi in candide vesti greche che suonava Vivaldi.
“Un vestito è un lavoro di architettura, concepito per rendere più sublimi le proporzioni del corpo di una donna”. Si tratta di una massima di Monsieur Dior, citato nel programma distribuito prima dello show.
Monsieur, come lo chiamano da Dior, avrebbe sicuramente amato il finale. L’ultimo passaggio ha mostrato un corsetto in oro, esatta riproduzione in scala dalle proporzioni identiche del palazzo al civico 30 di Avenue Montaigne, l'edificio che Dior scelse dopo la guerra per ospitare la sua casa di alta moda.
Presto il team di demolizione comincerà il suo lavoro, e il flagship della grande griffe rimarrà chiuso per più di un anno. Nel frattempo, Dior aprirà un enorme pop-up su avenue des Champs-Elysées 127, al di sopra del quale saranno collocati gli uffici della direzione generale.
“Il mio ufficio sarà proprio sopra il negozio, e avrò una chiave tutta mia per scendere a vederlo di tanto in tanto. Lo apriremo lunedì 15 luglio, il mattino dopo il giorno della presa della Bastiglia”, ha affermato il CEO Pietro Beccari, euforico dopo aver assistito a questa sfilata stupenda.
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