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Reuters
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
16 dic 2019
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L’accordo “take-private” di Hudson's Bay non è sufficiente

Di
Reuters
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
16 dic 2019

Hudson’s Bay Co., il gruppo proprietario di Saks Fifth Avenue, non è riuscito a garantire un sostegno sufficiente agli azionisti per procedere con l’accordo transattivo “take-private” da 1,9 miliardi di dollari canadesi (1,4 miliardi di dollari statunitensi o 1,26 miliardi di euro) volto a cedere l’operatore di grandi magazzini a società a capitali privati, hanno comunicato venerdì fonti prossime alla materia.

Instagram @saks


Un consorzio di investitori di Hudson’s Bay, guidato dal suo presidente esecutivo Richard Baker, non ha ottenuto voti sufficienti dagli altri azionisti dell'azienda entro la scadenza del venerdì mattina prima della riunione speciale del 17 dicembre, hanno indicato le fonti.
 
Una transazione "take-private" significa che un grande gruppo di private equity, o un consorzio di società di private equity, acquista le azioni di una società quotata in Borsa.

Le fonti hanno avvertito che comunque gli azionisti sono autorizzati a cambiare idea fino al momento in cui si terrà l'assemblea speciale degli azionisti.
 
L’autorità di regolamentazione Ontario Securities Commission (OSC) ha dichiarato sempre venerdì scorso che ha accettato di rinviare l'incontro del 17 dicembre. Non è stato ancora indicato a quale data.
 
L’OSC è stata anche fonte di un altro intoppo per Baker, avendo ordinato a Hudson’s Bay per rivedere le informazioni integrative rese ai suoi azionisti il 14 novembre su come sia stato implementato l’accordo con Baker.
 
I rappresentanti del consorzio di Hudson’s Bay e Baker non hanno risposto alle richieste di commento.
 
Baker ha sostenuto che Hudson’s Bay sarebbe meglio posizionata sul mercato come società privata per affrontare le sfide del commercio al dettaglio nei negozi fisici, riuscndo ad essere in questo modo protetta dalle esigenze e preoccupazioni degli investitori di Borsa, inquieti di fronte alla crescente popolarità dello shopping online.
 
Seppur considerando che l'offerta di Baker pagherebbe agli azionisti di Hudson’s Bay un premio del 62% rispetto al valore delle loro azioni prima che essa fosse annunciata, la stessa offerta valuta però l'azienda appena un terzo di quanto valeva nel 2015. Ciò ha innescato l'opposizione di alcuni investitori di Hudson’s Bay, tra i quali la società di private equity canadese Catalyst Capital Group Inc e l'hedge fund Ortelius Advisors LP.
 
Il consorzio di buyout ha il controllo del 57% dei diritti di voto della società, ma la maggioranza degli azionisti non coinvolta nel consorzio Baker deve approvare l'offerta perché l'affare sia completato.
 
Catalyst, che possiede circa il 17,5% del retailer, ha presentato un'offerta di 11,00 dollari canadesi ad azione (7,50 euro) per Hudson’s Bay, che un comitato direttivo speciale, che negoziava per conto della società, ha respinto, perché il consorzio Baker ha affermato di non essere disposto a consentire la vendita della società ad un'altra parte.
 
L'accordo di Hudson’s Bay per vendersi al consorzio guidato da Baker è di 10,30 dollari canadesi per azione (7,02 euro). Un rapporto di valutazione indipendente redatto dalle società di servizi immobiliari CBRE Group Inc. e Cushman & Wakefield Plc. ha valutato i beni immobili di Hudson’s Bay 8,75 dollari canadesi per azione diluita (5,96 euro), aiutando Baker a spingere per convincere il comitato speciale del consiglio ad avallare un accordo più vicino alla sua offerta.

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