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3 dic 2009
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L'India non è attratta dall’Esagono

Pubblicato il
3 dic 2009

3 dic 2009 - Benché rimanga sinonimo di lusso, di buon vino e di romanticismo, la Francia ha ancora delle difficoltà ad attirare i turisti indiani, che le preferiscono l'Inghilterra e la Germania. L'anno scorso, non più di 200.000 di loro ha visitato il paese, la metà rispetto ai turisti giapponesi o brasiliani.



Con una popolazione stimata di più di 1,14 miliardi di abitanti, si tratta di una proporzione irrisoria; questo fatto, unito al numero molto limitato di transazioni effettuate sul territorio dai turisti indiani (solo 4.400 acquisti agevolati nel 2008 nell'Esagono), è stato rilevato da molti francesi.

Una goccia d'acqua paragonata alle 56.000 transazioni registrate dai brasiliani, le 104.000 realizzate dai giapponesi o ancora le 120.000 dei cinesi. Sotto accusa in particolare, "l’immagine di una destinazione onerosa e poco accessibile a causa della barriera psicologica rappresentata dalla lingua”, spiega Jean-Marc Leroy, amministratore delegato di Global Refund. Ora, il prezzo è un dato essenziale delle loro scelte. I turisti indiani sono estremamente sensibili al giusto valore delle prestazioni proposte”.

Attualmente, sono due i profili di turista che si possono trovare, agli antipodi l'uno dell'altro. Da un lato, la frangia più ricca della popolazione che, animata da fiducia nei prodotti francesi e con grandi disponibilità economiche, acquista marchi di lusso, soprattutto nella moda, negli accessori e nella pelletteria. Dall'altro, e sono la parte più consistente, dei turisti dalle possibilità più scarse. Molto spesso, il loro soggiorno in Francia s'iscrive nel quadro di un circuito europeo così, di fatto, limitano a qualche giorno la loro sosta sul territorio. Si può così constatare come il peso del denaro speso nello shopping da questi ultimi sia molto limitato, addirittura nullo, rispetto a paesi dove l'inglese è parlato correntemente.

Tuttavia, si pensa che la situazione in un prossimo futuro possa migliorare, soprattutto grazie all'emergere di una nuova classe media in India – impiegati e dirigenti di fascia medio-alta – che costituisce una “riserva di turisti” a forte potenziale. A condizione però, “di essere capaci di adattarsi”, spiega Jean-Marc Leroy, “se si vuole prendere al volo questo treno. Per ottenere denaro indiano nel suo portafoglio, Parigi deve migliorare il tipo d'offerta, altrimenti la concorrenza straniera, in particolare quella di Milano e Londra, si assicurerà il primo posto”.

Nei fatti, si tratta di rivedere la strategia in termini di accoglienza dei servizi alberghieri, nonché nel campo della ristorazione. Un fatto ancor più importante se si pensa che il mercato indiano comincia solo ora ad aprirsi ai marchi di lusso dell'Esagono, i quali hanno aumentato la loro presenza laggiù facendosi così conoscere meglio; come corollario, i beni francesi stanno vedendo crescere sempre più la loro attrattività agli occhi degli indiani. Così in un prossimo futuro, alla maniera dei giapponesi o dei cinesi, anche per gli indiani il massimo del lusso sarà di acquistare a Parigi i prodotti "Made in France".

Di Gianluca Bolelli

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