L’Europa riduce le importazioni tessili nel primo semestre
Le importazioni europee di tessile e abbigliamento si sono ridotte del 2% nel primo semestre del 2018, mentre sono cresciute le esportazioni (del 4% l’abbigliamento e del 2% il tessile), secondo i dati rilasciati dall’Institut Français de la Mode (IFM).
La UE ha esportato abbigliamento per un valore di 12,5 miliardi di euro, di cui 3,2 miliardi verso l’Asia (+7%) e 927 milioni nel bacino del Mediterraneo (-3%). Tra le principali variazioni, il primo cliente, la Svizzera, ha aumentato gli ordini dell’11%, mentre la Cina, quinto cliente per l’Europa, del 21%, arrivando a 664 milioni di euro. Scarti significativi si sono registrati anche per la Corea (+11%), il Canada (+11%) e l’Arabia Saudita (-12%).
Per quanto riguarda il tessile, gli Stati Uniti rimangono il primo cliente dell’Europa con 1,3 miliardi di euro (-1%), seguiti da Cina, con 1,1 miliardi (+8%), e Turchia, con 929 milioni (+6%). Tra i clienti principali, le variazioni maggiori hanno riguardato Hong Kong (-8%), Serbia (+8 %) e Bosnia Erzegovina (+10%).
Il valore delle importazioni europee è ovviamente più grande, con 10,5 miliardi di euro di abbigliamento cinese importati dalla UE, che registrano però un significativo calo del 9%. Gli altri Paesi fornitori hanno conosciuto una relativa stabilità, ad eccezione di Birmania, che ha messo a segno una crescita del 46% a 605 milioni di euro, Svizzera (+24%) e Albania (+12%).
Sul fronte delle importazioni tessili, stabili le produzioni cinesi a 5,2 miliardi di euro (-1%), primo fornitore dell’Europa davanti a Turchia, con 2,5 miliardi (-3%), India, con 1,4 miliardi (-1%) e Pakistan, con 1,2 miliardi (-3%). Il semestre ha visto inoltre il calo delle importazioni tessili da Taiwan (-8%), Indonesia (-8%) e Tailandia (-9%), mentre l’Australia è cresciuta del 22%.
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