8 ott 2015
L’Europa bandisce la presenza dell'NPE nell'abbigliamento
8 ott 2015
Ampiamente presente nell'industria tessile, l'etossilato di nonilfenolo (NPE) presenta dei “rischi inaccettabili”, secondo i Paesi membri dell’Unione Europea, che hanno quindi deciso di proibirne qualsiasi presenza nelle merci importate.
L'NPE si rivela particolarmente distruttivo per la fauna marina, perché i dispositivi di trattamento delle acque non riescono a filtrarlo decentemente. Senza contare che può penetrare nel corpo umano attraverso la pelle, e provocare problemi di crescita, ormonali e di fertilità.
Utilizzato per la pulizia, il risciacquo e la tinta dei tessuti, il prodotto era giunto all'attenzione generale per mezzo di Greenpeace nel 2011, quando l’ONG comunicò di averne trovato traccia in due terzi dei prodotti testati all'interno dell'Unione Europea. Erano coinvolti nel suo utilizzo i marchi Adidas, H&M, Lacoste e Ralph Lauren.
La prima proposta per bandire questi prodotti nel Vecchio Continente era stata presentata dalla Svezia nel 2013, sostenuta dall'Agenzia Europea dei Prodotti Chimici (ECHA).
Ora oggetto di un accordo fra i Paesi membri, la misura è stata approvata in queste ultime settimane. Ma bisognerà ancora aspettare 5 anni perché il testo entri in vigore.
L'obiettivo dichiarato di Greenpeace sul lungo periodo è di ottenere che i grandi marchi proibiscano l'utilizzo dell'etossilato di nonilfenolo. "E bisogna tenere a mente che alcuni produttori semplicemente ignorano di manipolare prodotti altamente inquinanti", constatava già nel 2012 Ulrike Kallee, esperto di sostanze chimiche dell’ONG. “Per questo ci rivolgiamo ai brand, perché si mettano in gioco e coinvolgano i loro partner sensibilizzandoli ed educandoli”.
Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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