Kris Van Assche lascia Berluti, mentre il marchio traccia una nuova direzione
Kris Van Assche ha lasciato la carica di direttore creativo di Berluti, mentre il famoso marchio parigino di moda sartoriale maschile posseduto dal colosso francese LVMH sta impostando una nuova strategia per il futuro.
La partenza dello stilista, annunciata martedì, avviene proprio quando la maison è diventata l'ultimo marchio ad allontanarsi dal classico programma delle passerelle parigine.
“Al fine di mantenere il nostro impegno nel savoir-faire e nell’innovazione, abbiamo deciso di lasciare che Berluti guidi il proprio ritmo e dia libertà al suo programma di presentazioni”, ha dichiarato in una nota il CEO di Berluti, Antoine Arnault.
Per il momento non è stato nominato nessun successore di Kris Van Assche.
Il belga Van Assche è approdato in Berluti nel 2018, in sostituzione di Haider Ackermann, che è durato a malapena due stagioni e che a sua volta era succeduto ad Alessandro Sartori, il creatore di moda italiano che ha lanciato l'attività prêt-à-porter del marchio.
Sartori, che è sarto molto esperto, ha messo in scena la prima sfilata di Berluti nel 2012 a Parigi, e ha ottenuto consensi per il suo stile cool ma di classe. Il marchio, tuttavia, ora sembra pronto per prendersi una pausa potenzialmente piuttosto lunga dalle passerelle.
Berluti ora “adotterà un nuovo approccio al calendario delle collezioni, scegliendo il proprio percorso per presentare i suoi prodotti eccezionali, inclusi progetti e capi scaturiti da collaborazioni”, si legge nel comunicato.
Van Assche, 44 anni, è entrato in Berluti proveniente da Dior, dove ha diretto per 11 anni la divisione di abbigliamento maschile. In precedenza, era il braccio destro di Hedi Slimane. Inizialmente da Yves Saint Laurent, come primo assistente del designer francese, e poi da Dior, un altro marchio della galassia LVMH, prima di prenderne in mano le redini quando Slimane lasciò l'azienda nel 2007.
“Sicuramente penso di essere diventato un designer migliore grazie al mio lavoro in Berluti e non potrò mai ringraziare abbastanza il mio studio e gli artigiani che lavorano lì. Ho sempre amato lavorare con gli atelier - che si tratti di sartoria, scarpe o pelletteria - e il livello di aspettative su qualità e ricerca è stato decisamente stimolante”, ha detto Van Assche lasciando la maison con 126 anni di storia.
Van Assche possedeva anche un proprio marchio, che però ha chiuso nel 2015, dopo che le sue vendite si sono dimostrate decisamente fiacche.
La sua nomina in Berluti fu all’epoca una sorpresa, visto che Sartori aveva saputo generare un bel seguito al brand con le sue creazioni classiche impreziosite da penetranti tocchi in stile alta moda; mentre Ackermann aveva saputo portare l’etichetta verso orizzonti davvero nuovi con la sua visione artistica d'avanguardia.
Mentre era in carica, ha proposto i primi look femminili per Berluti, facendo sfilare Gigi Hadid con un abito senza maniche in uno show appena fuori dall'Orangerie dei Giardini del Lussemburgo.
Van Assche è riuscito a far più che raddoppiare i ricavi annuali di Dior uomo in un decennio; tuttavia, il suo successore Kim Jones ha ottenuto recensioni molto più positive e ha notevolmente accresciuto il fatturato della divisione.
Lo stilista nato in Belgio ha debuttato da Berluti con un grande défilé all'interno dell'Opera, ottenendo recensioni moderatamente positive. Tuttavia, le sue collezioni più recenti, per le quali ha collaborato con artisti sconosciuti, sono state viste come un’interpretazione davvero bizzarra dello stile di Berluti, l'unico marchio di abbigliamento maschile che vanta sia una divisione di calzature su misura sia una di sartoria. Invece, Van Assche ha concentrato gran parte dei suoi sforzi sullo sviluppo di nuove sneakers di fascia alta, piuttosto che sul rinnovamento delle classiche calzature da uomo. Alla fine, il suo street style sartoriale non è mai veramente piaciuto del tutto.
Nel comunicato, Arnault ha ringraziato Van Assche, dicendo che nel suo incarico presso LVMH “ha dimostrato un talento straordinario nel mondo dell'abbigliamento maschile. Ha saputo portare la sua visione personale a Berluti, in particolare integrando nuovi codici nei suoi capi signature”.
Berluti è cresciuto fino a possedere una rete di circa 60 negozi in tutto il mondo e ha sviluppato un sofisticato pubblico globale di affezionati seguaci, sebbene probabilmente il marchio sia ancora maggiormente conosciuto per la patina unica che avvolge i suoi ambitissimi stivali e le sue calzature classiche, piuttosto che per la direzione che ha preso nell’universo della moda.
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