Kookaï è in amministrazione controllata
Il marchio di moda femminile Kookaï, ceduto nel 2017 dal gruppo Vivarte all'imprenditore australiano Rob Cromb, è stato posto in amministrazione controllata dal Tribunale Commerciale di Parigi il 1° febbraio.

La procedura è scattata a seguito “delle difficoltà economiche incontrate dal settore del prêt-à-porter in Europa”, accentuate dalla crisi del Covid-19. L'azienda sottolinea la “grave carenza di mezzi [economici] e del supporto delle banche (le è stato rifiutato un PGE, ovvero un prestito garantito dallo stato) per rinnovare i negozi, far conoscere Kookaï alle giovani donne e svoltare sul digitale”, spiega in un comunicato.
L'amministrazione controllata è considerata “un'opportunità per riprendersi e migliorare la propria situazione finanziaria” da parte del management, che vuole che questo periodo di osservazione “rappresenti l'opportunità per porre in atto una nuova strategia e tornare alla redditività, preparando Kookaï ai futuri episodi della sua storia”, indica. La ricerca di acquirenti del brand non è quindi all'ordine del giorno.
L'azienda gestisce attualmente una rete di 121 punti vendita oltre a un e-shop diretto, e impiega 320 persone. Secondo i dati di société.com, l'entità giuridica Kookaï ha generato un fatturato di 30 milioni di euro nel 2021. Un dato ben lontano dai 94,3 milioni di euro raggiunti dieci anni fa, nell’annata 2013/14.
Fondata nel 1983 da Jean-Lou Tepper, Jacques Nataf e Philippe de Hesdin, e acquisita da Vivarte nel 1996, Kookaï è passata nelle mani del suo franchisor in Oceania, il gruppo Magi, guidato da Rob Cromb.

Nato nell’effervescente quartiere Sentier di Parigi, il brand si è fatto un nome 40 anni fa creando il look "kookaïette", portando poi un tocco di impertinenza nel segmento medio di gamma, grazie alle sue maglie colorate e facili da indossare e alle sue campagne pubblicitarie di grande impatto.
Nelle ultime settimane si sono susseguite in Francia le amministrazioni controllate nel settore dell'abbigliamento, facendo temere per un'ulteriore escalation di insolvenze, come avvenne nel 2020. L'autunno del 2022 è stato segnato dalla liquidazione di Camaïeu, poi dall’amministrazione controllata della catena di calzature San Marina (ex asset di Vivarte). Poi è toccato ai marchi di moda femminile Cop.Copine, Roseanna, Symbiose e Modetrotter seguire lo stesso iter. L’ultima situazione simile risale a pochi giorni fa: la contestata amministrazione controllata del distributore di articoli sportivi Go Sport.
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