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Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 apr 2022
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Kering: vendite del 1° trimestre +21% a parità di perimetro, grazie a USA ed Europa

Di
Reuters
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 apr 2022

Il proprietario di Gucci, il colosso francese Kering, ha reso noto che le sue vendite sono aumentate del 27% nel primo trimestre dell’esercizio 2022 rispetto all’anno precedente. A perimetro omogeneo l'incremento del fatturato è però del 21%. “La differenza riflette essenzialmente un effetto valutario”, ha spiegato il gruppo.

Bottega Veneta - Autunno-Inverno 2022 - Womenswear - Milano - © PixelFormula


La crescita del gruppo transalpino è stata ottenuta soprattutto grazie alla forte richiesta di prodotti dei suoi marchi di moda d’alta gamma riscontrata negli Stati Uniti e in Europa, la quale ha contribuito a compensare l'interruzione degli affari in Cina a causa dei nuovi lockdown imposti dalla recrudescenza della pandemia di Covid-19.
 
Le vendite del gruppo nei tre mesi terminati a marzo sono state di 4,956 miliardi di euro (5,4 miliardi di dollari), leggermente al di sopra della previsione di 4,89 miliardi dell'analista di Citi Thomas Chauvet, che è in cima alla classifica di Refinitiv Eikon per le previsioni su Kering in termini di accuratezza delle stime.

“Iniziamo il 2022 con un trimestre molto solido in un contesto più incerto, particolarmente colpito da marzo dalle restrizioni dovute al Covid in Cina. Tutte le nostre maison hanno registrato una crescita a due cifre percentuali nel trimestre”, ha ricordato il PDG del gruppo, François-Henri Pinault, in un comunicato.
 
Il marchio di punta di Kering, Gucci, che rappresenta oltre la metà delle vendite annue del gruppo francese del lusso, ha registrato una crescita del 13,4%, a 2,59 miliardi di euro, con una forte performance negli Stati Uniti, nell'Europa occidentale e in Giappone, mentre i lockdown per il Covid interrompevano gli affari nella Cina continentale. Questa cifra è scesa al di sotto della stima di Chauvet, che puntava su una crescita del 23%, e ha segnato una decelerazione rispetto allo scorso trimestre.
 
“Il trimestre è complessivamente superiore alle aspettative del 5,6%”, ha affermato Luca Solca, analista di Bernstein, osservando che Gucci è stato “un passo indietro” rispetto alle previsioni del consensus, segnalando nello stesso tempo una “performance impressionante” delle etichette più piccole.
 
Sempre a parità di perimetro, Yves Saint Laurent ha registrato una crescita di fatturato del 37,2% nel trimestre, a 739 milioni di euro, mentre le vendite di Bottega Veneta sono salite del 16,3%, a 396 milioni di euro, e le altre marche hanno generato vendite per 973 milioni di euro. Infine, la divisione Kering Eyewear e Corporate ha raggiunto un fatturato di 308,1 milioni di euro, registrando una crescita in tutte le regioni e canali, con un forte contributo in particolare dei marchi Gucci e Cartier, cui si è affiancato il consolidamento di Lindberg, mentre la finalizzazione dell'acquisizione del brand statunitense Maui Jim, annunciata lo scorso gennaio, dovrebbe perfezionarsi nel secondo semestre.
 
“Saint Laurent è uno dei marchi che ci soddisfa di più in termini di traiettoria”, ha affermato durante una conference call con la stampa Jean-Marc Duplaix, Chief Financial Officer di Kering, “mostrando segnali positivi in ​​tutte le categorie di prodotto e in tutte le regioni".
 
Yves Saint Laurent “ha il potenziale per andare ben oltre a ciò che il marchio è oggi”, ha aggiunto Duplaix, assicurando che “per gli altri brand del gruppo”, “ci saranno traiettorie altrettanto promettenti”.
 
“I fondamentali del mercato del lusso in Cina rimangono intatti”, ha poi aggiunto, sottolineando la resilienza dei consumatori cinesi dopo i periodi di crisi, la crescita della classe media locale e l'appetito che il Paese ha per i marchi di lusso.
 
Infine, anche le vendite online di Kering hanno continuato a crescere nel trimestre, arrivando a rappresentare il 15% delle sue vendite dirette complessive.

Con AFP

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