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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 feb 2021
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Kering avrebbe versato retribuzioni offshore a vari suoi dirigenti, secondo “Le Monde”

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AFP
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 feb 2021

Il colosso francese del lusso Kering, che possiede fra gli altri i marchi Gucci, Balenciaga e Yves Saint Laurent, avrebbe utilizzato per anni filiali finanziarie in Lussemburgo per pagare “retribuzioni offshore” ad alcuni dei suoi dirigenti. Lo ha affermato giovedì il quotidiano Le Monde.

AFP/Archives - ERIC PIERMONT


Al termine dell’inchiesta OpenLux condotta da vari giornali europei, tra i quali il francese Le Monde, che ha passato al setaccio il regime fiscale del Granducato, il giornale sostiene che Kering ha stabilito un “sistema di compensi offshore” per “versare decine di milioni di euro di stipendi ai suoi dirigenti, attraverso l’intermediazione di una società lussemburghese chiamata Castera”.
 
Il sito Mediapart aveva precisato nel 2018 come Kering avesse pagato “parte dello stipendio del CEO di Gucci, Marco Bizzarri” tramite questa società creata nel 2000, “risparmiando gran parte dei contributi sociali che avrebbe pagato in Italia”, ricorda.

Kering “ha riconosciuto a Le Monde che diversi altri manager delle prestigiose firme del gruppo sono stati stipendiati e retribuiti da questa società lussemburghese, nella quale non hanno mai messo piede”, si legge nell'articolo.
 
Castera avrebbe quindi “pagato 78 milioni di euro di stipendi a questi misteriosi beneficiari, nel 2018”, versando “meno dell'1% di contributi (...) contro il 10% almeno se fossero stati pagati dalla Francia”. Kering ha detto al giornale “che né il CEO, François-Henri Pinault, né il suo braccio destro, Jean-François Palus, sono interessati” dalla misura.
 
Alle richieste di chiarimenti dell’agenzia AFP, Kering ha risposto che “la presenza di filiali in Lussemburgo è normale” per un “gruppo internazionale, presente in più di 60 nazioni”, aggiungendo: “L'attività di queste società, il cui numero è molto limitato e l'esistenza legata a ragioni storiche, è perfettamente legittima e legale”.
 
Per Le Monde, questo “sistema di compensi offshore” è stato abbandonato “nel marzo 2019” da parte di Kering che ha trasferito “la maggior parte delle sue attività dal Lussemburgo ai Paesi Bassi - un altro paradiso fiscale leggermente più opaco, dove non è obbligato a pubblicare i suoi conti”.
 
Dopo essere stato condannato nel 2019 in Italia a pagare una multa record di 1,25 miliardi di euro per evasione fiscale, Kering è stato preso di mira in Francia dal febbraio 2019 da un'indagine del procuratore finanziario nazionale, per “riciclaggio e frode fiscale aggravata” e, secondo Le Monde, il fisco “pretende dal gruppo 150 milioni di euro nell’ambito di una rettifica fiscale sulla sua controllata francese Yves Saint Laurent”.
 
L'amministrazione fiscale ha indicato all'AFP che “il segreto fiscale non (le) consente di confermare o negare tali cifre”.

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