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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 mar 2018
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Kering avrebbe evaso circa 2,5 miliardi di euro di tasse dal 2002 in Europa

Di
AFP
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 mar 2018

Il gruppo francese del lusso Kering avrebbe sottratto circa 2,5 miliardi di euro di imposte a partire dal 2002, “principalmente a detrimento del fisco italiano", ma anche della Francia e del Regno Unito, ha affermato il sito di notizie Mediapart.

Gucci - Autunno-Inverno 2018/19 - Womenswear - Milano - © PixelFormula


Il marchio fiorentino Gucci, fiore all’occhiello del gruppo Kering, è al momento oggetto di un'indagine da parte della giustizia italiana, che ha condotto ricerche e perquisizioni negli uffici della griffe alla fine del 2017. La procura di Milano sospetta che Gucci per molti anni abbia dichiarato come realizzate in Svizzera delle attività effettuate in Italia, facendo sfuggire fino a 1,3 miliardi di euro alle autorità fiscali italiane, cifra indicata dal quotidiano “La Stampa”.
 
"Questa cifra è solo la punta dell'iceberg. Dei documenti riservati ottenuti da Mediapart, e trasmessi alla rete multimediale European Investigative Collaborations (EIC, consorzio di cui fa parte la testata italiana “L’Espresso”, ndr.), mostrano che non si tratta solamente di una questione Gucci, ma di un affare Kering, ancor più colossale”, afferma Mediapart.

Secondo le informazioni in suo possesso, “il numero 2 mondiale del lusso ha evaso circa 2,5 miliardi di euro di tasse dal 2002, essenzialmente a discapito dell'Italia, ma anche di Francia e Regno Unito”.
 
Il sito di notizie indica anche di aver ottenuto un documento nel quale “il pubblico ministero di Milano scrive che Kering ha messo in pratica una struttura fittizia "occulta" per evadere le tasse”.
 
“A seguito dell’acquisto di Gucci nel 2000, Kering ha esteso il sistema concepito dal gruppo italiano a tutti i suoi marchi di lusso (gioielleria esclusa), tra i quali i francesi Balenciaga e Yves Saint Laurent. La maison Saint Laurent ha eluso da sola il pagamento di circa 180 milioni di euro di tasse in Francia”, scrive Mediapart.
 
Kering, contattato dall’agenzia AFP venerdì sera, non commenta la cifra indicata da Mediapart, ma ha tenuto a precisare in un comunicato che “ha implementato una governance aziendale che punta ad assicurare la piena conformità con le normative fiscali dei Paesi in cui è presente”.
 
Il gruppo di François-Henri Pinault ha dichiarato che la sua società svizzera LGI “è un "hub" strategico principale soprattutto per la distribuzione e la logistica centralizzate dei marchi di Kering”, che è stato "creato in Svizzera negli anni '90" e che "oggi impiega oltre 600 dipendenti".
 
“Ciascuna delle società del gruppo situate in Svizzera esercita un’attività economica effettiva. In quanto tale, il gruppo paga le tasse in Svizzera, in conformità con la legge e lo stato fiscale della società. Questo modello operativo è noto alle autorità fiscali francesi e alle altre autorità fiscali competenti”, afferma Kering.
 
Mediapart assicura inoltre che, “nel tentativo di giustificare che paga le tasse in Svizzera, Kering non ha esitato a trasferire fittiziamente una ventina di dirigenti di Gucci nella Confederazione, anche se in realtà questi lavoravano in Italia”, utilizzando come perno della sospetta evasione la piattaforma logistica Luxury Goods International che ha sede a Cadempino, nel Canton Ticino, “la quale, soltanto tra il 2009 e il 2016, ha scritto in bilancio utili per circa 7 miliardi di euro, cioè il 70% dei profitti  dell’intero gruppo”, indica il settimanale “L’Espresso”.
 
“In altre parole Pinault, che è uno degli imprenditori più ricchi e potenti d’Europa, è riuscito a blindare in una cassaforte al riparo dalle tasse gran parte dei guadagni del suo impero della moda, il secondo nel mondo per giro d’affari”, scrive ancora “L’Espresso”.
 
Il sito di notizie Mediapart cita anche i nomi di “due società fantasma, di comodo” che “avrebbero montato” l’impianto strategico di evasione, “Kering Holland e la sua sussidiaria Kering Luxembourg” (entrambe, guarda caso, situate in nazioni a fiscalità molto bassa), e che, secondo le sue informazioni, “rimpatriano gli enormi profitti guadagnati dal suo salvadanaio svizzero".
 
Da parte sua, il gruppo di prodotti di lusso afferma che, “per quanto riguarda le società Kering Holland NV e Kering Luxembourg SA, la loro esistenza non procura un vantaggio fiscale al gruppo Kering”.

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