AFP-Relaxnews
3 nov 2015
Jimmy Choo parla del karma nella moda
AFP-Relaxnews
3 nov 2015
Jimmy Choo (l'uomo, non il brand) ha fatto molta strada da quando ha realizzato la sua prima calzatura, all'età di 11 anni. Il suo nome è ormai così tanto associato al glamour e al lusso che è anche entrato in alcuni testi di rapper.
Eppure, lo stilista è ben lungi dall'essere un ostentatore. Dopo aver venduto nel 2001 le sue quote (il 50%) del marchio che porta il suo nome, oggi dirige Jimmy Choo Couture. Un'avventura che gli ha permesso di tornare ai suoi primi amori servendosi di nuovo delle proprie mani.
Lui stesso figlio di un calzolaio, Jimmy Choo tiene il lavoro manuale in grande considerazione. "Penso che l'alta moda sia molto importante", ha spiegato a margine del lancio internazionale della Mercedes-Benz Malaysia Fashion Week 2015 (di cui è consulente ad honorem), a Parigi. "Le persone ne parlano perché è diversa dal prêt-à-porter. La haute couture è capace di rappresentare l'essenza di qualcuno. E' una cosa personale".
Ispirato da suo padre, che aveva l'abitudine di osservare nel suo laboratorio quando era bambino, Choo resta appassionato e motivato più che mai: “Tutti i giorni ho delle idee. Amo quello che faccio e sono costantemente ispirato. Bisogna amare ciò che si fa, altrimenti è impossibile fare un disegno, formarsi, crescere”. E naturalmente sorveglia sempre con occhio attento ciò che fanno gli altri creatori. "Se voi guardate Christian Dior, Giorgio Armani, tutti questi grandi, immensi stilisti... è questo genere di creazione, elegante e deliziosa, che mi ispira. Sempre. Amo la loro maestria, la loro arte. Quando le persone indossano vestiti che loro hanno creato, sono letteralmente trasformate e le sentite dire 'Che bello! E' un'opera d'arte!'".
Passare il testimone
Il suo ruolo di consulente onorario della Malaysia Fashion Week (MFW) gli consente di promuovere il talento di giovani stilisti come Illiza Ho, creatrice di accessori. Choo conosce l'importanza dei nomi prestigiosi per aiutare i giovani di talento a salire le scale del successo. "L'esposizione mediatica è molto importante", continua. “Nel 1988, se Kate Phelan, di “Vogue”, non avesse visto le mie scarpe, oggi non sarei qui. Lei mi dedicò ben otto pagine!”.
Questa umiltà e questa benevolenza hanno formato lo sguardo che lo stilista volge su un settore della moda in continuo movimento. Per spiegare la sua visione personale del karma in questo mondo così peculiare, Choo puntualizza che: “Le persone possono dire tante cose e sapersi vendere molto bene, ma nel contesto più globale delle cose, hanno bisogno di talento. Qualsiasi cosa facciate, bisogna essere gentili e attenti agli altri. Bisogna rispettare le persone, amarle ed occuparsi di loro; tutto ciò vi sarà restituito più avanti”.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP/Relaxnews
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