Jean Paul Gaultier e la sua alta moda stuzzicante e rompicapo
Winston Churchill ha notoriamente definito la Russia come “un enigma, avvolto in un mistero, dentro a un altro enigma”. Che non è un brutto modo per definire l'ultimo show d’alta moda di Jean Paul Gaultier messo in scena mercoledì a Parigi.
Perché meravigliosamente bizzarro era il mix di bling bling d’alta gamma, eleganti donne fatali, raffinate stranezze e tagli scandalosi da Gaultier Paris, il nome della collezione d’alta moda del vulcanico stilista francese.
Gaultier era l’enfant terrible della moda francese, il cattivo ragazzo delle passerelle parigine. Ora è più simile a un'istituzione locale, le cui tecniche di moda pirotecniche impressionano sempre.
Quasi tutti i designer devono qualcosa a Gaultier, e decine di loro sono venuti a rendere omaggio a Jean Paul nei suoi défilé nel corso degli anni. Oggi è stato il turno del grande Alber Elbaz, che sedeva in prima fila accanto a un'altra icona di Francia – Catherine Deneuve.
Entrambi hanno potuto assistere ad una collezione vintage, che ha riscosso applausi sin dal look di apertura – un meraviglioso completo, che includeva un velo floreale dorato imbottito, un miniabito da sera blu elettrico ed un’enorme corona da zarina anch’essa imbottita. Difficile dimenticare l’imponente e affascinante cappotto di cachemire double face color mostarda con maniche delle dimensioni di ali da aereo da combattimento, degno di Greta Garbo. Grandi applausi hanno accolto anche una versione allungata dello stesso cappotto in stampa leopardata. Entusiasmi simili per una straordinaria stampa nello stile del designer danese Verner Panton, utilizzata in combinazioni di caban imbottiti e pantaloni da sci.
Il grande mistero con Gaultier è che mentre tantissimi altri designer soccombono all'inevitabile maledizione di ripetersi, lui continua ad architettare idee e miscele stilistichefresche e tecnicamente audaci. Come nello straordinario smoking con risvolti a punta realizzato usando una serie di gigantesche pieghe di fisarmonica, miracolosamente stretto in vita.
Prima del finale, con una sposa che arrossisce all'interno di un gigantesco cilindro di tulle trasparente, così trasparente che doveva coprirsi il seno con le mani. Una sorta di battuta sull'assoluta ossessione della Francia di vietare, oppure accettare o meno, diverse varianti del velo. E un modo visivamente sorprendente di portare al culmine una collezione stuzzicante e rompicapo da parte dell’eternamente giovane Jean-Paul. Il quale, nonostante i suoi 67 anni, ancora si fa tutta di corsa la passerella lunga 60 metri ricavata nel suo quartier generale del III arrondissement parigino per prendersi l’applauso conclusivo.
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