JD.com fa meglio del previsto nel primo trimestre
Il fatturato del primo trimestre della società cinese JD.com ha superato le stime di Wall Street, con una crescita che rimane robusta nel settore dell'e-commerce in Cina, poiché il Regno di Mezzo afferma di aver sradicato definitivamente dal proprio territorio la pandemia di Covid-19.
La società con sede a Pechino si è unita ai rivali Pinduoduo e Alibaba nel registrare una crescita dei ricavi a due cifre percentuali durante la pandemia. Del resto, è un fenomeno che abbiamo potuto osservare in tutto il mondo: i consumatori si sono riversati in massa sui siti di commercio elettronico per acquistare di tutto, dai generi alimentari ai beni di lusso.
Il giro d’affari di JD.com, la più grande società di e-commerce in Cina per vendite, è aumentato del 39%, a 25,8 miliardi di euro (203,2 miliardi di yuan), nel trimestre terminato il 31 marzo, battendo la stima media degli analisti di 24,4 miliardi di euro (191,83 miliardi di yuan), secondo i dati IBES di Refinitiv.
Brand popolarissimi del calibro di Starbucks e Decathlon, così come marchi di lusso come Marni e John Lobb, hanno lanciato nel corso del trimestre i loro negozi sulla piattaforma commerciale che, come quelle dei suoi rivali, ha sperimentato una forte domanda dopo la pandemia.
Il miglioramento dei risultati di JD.com avviene dopo che Alibaba si è visto infliggere una multa per la cifra record di 2,25 miliardi di euro dalle autorità anti-monopolistiche cinesi per aver intrapreso una pratica nota come "scegli uno dei due", secondo cui le piattaforme penalizzano i commercianti che pubblicano i prodotti su più siti.
L'incerto contesto normativo della Cina ha raffreddato gli investitori. Le azioni di JD quotate negli Stati Uniti sono diminuite di circa il 13% da quando è stata annunciata la multa inflitta ad Alibaba. Dal canto suo, JD ha ritirato dalla Borsa di Shanghai la sua richiesta di quotare la propria controllata fintech JD Digits. Tuttavia, la divisione logistica dell'azienda dovrebbe raccogliere fino a 2,78 miliardi di euro dalla imminente quotazione a Hong Kong.
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