1 apr 2022
Italian Artisan lancia in aprile il proprio marketplace
1 apr 2022
La piattaforma fondata nel 2015 dall’allora trentenne David Clementoni per mettere in contatto marchi e imprenditori esteri che vogliono produrre in Italia con le realtà artigianali del nostro Paese (diretta emanazione della società Artisan DNA con sede a Milano) lancerà il prossimo 15 aprile il suo marketplace per la distribuzione dei marchi.

“Partiamo dalla produzione e abbiamo la missione di portare la tradizione manifatturiera nel futuro del commercio”, afferma a FashionNetwork.com lo stesso David Clementoni. “Vuoi fare la tua collezione? Ti aiutiamo a svilupparla. Sei un designer emergente internazionale? Ti troviamo il produttore giusto per aiutarti fra i 700 partner produttivi, ovvero gli artigiani (200 in più dell’anno scorso, ed erano solo 50 nel 2015, ndr.), che sono registrati sul nostro portale”. La piattaforma concepita da Clementoni aiuta dunque un’azienda artigianale a cambiare/evolvere la propria visione imprenditoriale, “in molti casi sviluppandone gli aspetti tecnologici, così lontani dalla mentalità manifatturiera di queste entità, facendo comprendere loro le opportunità che le nuove tecnologie possono veicolare”, puntualizza l’imprenditore.
“Abbiamo da sempre applicato un modello di business sostenibile sia per noi che per le aziende della nostra community”, prosegue. “Lavoriamo con realtà manifatturiere che rappresentano l’heritage del saper fare italiano e dobbiamo saperne rispettare i tempi di crescita e sviluppo. Per questo nonostante siamo una realtà innovativa in forte crescita non parliamo di disruption, ma di ecosystem evolution”.
E ora il marketplace, dunque. “Sì, perché un marchio internazionale che viene a produrre in Italia cerca anche la distribuzione”, precisa David Clementoni. “I nostri clienti retail cercavano anche brand artigianali o emergenti Made in Italy tracciati, dalla produzione altamente certificata. Come i nostri. E questo meccanismo offre una profonda stabilità”.

Grazie all’aspetto online curato da Italian Artisan, tante piccole realtà artigianali locali hanno dunque cominciato a vendere i propri prodotti su mercati di altre nazioni e continenti, e molte di esse sono arrivate a lanciare il proprio brand. “Abbiamo visto tanti di questi piccoli produttori evolvere il loro mindset imprenditoriale, cominciando a vedersi da terzisti manifatturieri a marchi a tutto tondo”, conferma Clementoni.
Italian Artisan si occupa di scarpe, borse, accessori e abbigliamento. Con più di 650 di aziende produttive iscritte, l’anno scorso ha toccato l’1% del tessuto manifatturiero italiano, composto da oltre 63.000 aziende. “Cominciamo quindi ad avere un occhio importante sulla produzione del mercato italiano, che è quanto ci differenza a livello globale. Non esiste al mondo una piattaforma distribuita di sviluppo prodotto e produzione certificata Made in Italy come la nostra”, spiega Clementoni.
Nel 2021 Italian Artisan ha visto crescere il proprio fatturato del 180% rispetto all’anno precedente e ha superato i 10.000 brand inseriti nella piattaforma. Sempre lo scorso anno, la struttura di David Clementoni ha creato il progetto “Italian Artisan Heroes” per mostrare fisicamente le realizzazioni delle aziende manifatturiere presenti sul sito e dare visibilità dell’evoluzione del loro marchio, o dei brand con cui queste eccellenze collaborano. Grazie ad esso è stato avviato il primo modello online/offline legato alla calzatura, in collaborazione strategica con Assocalzaturifici, che è stato replicato nell’edizione 2022 del recente salone Micam, con un’aumentata visibilità per le aziende presenti.

“Vogliamo accelerare la nostra crescita e raggiungere 2.000 aziende italiane e superare i 20.000 brand clienti internazionali entro la fine del 2022”, spiega Clementoni, che dopo aver aperto il capitale della sua realtà ad investitori esterni l’anno scorso, sta definendo in questi mesi un nuovo round di finanziamento.
Italian Artisan ha nel proprio DNA una professionalità composta in particolar modo da esperti di prodotto, in una forza lavoro al 75% femminile e con un’età media di 25 anni. Oggi è arrivato in 32 Paesi, con un focus finora incentrato sulle nazioni anglo-francofone, anche se il suo intento è di diventare sempre più worldwide, “come approccio e come presenza”, conclude David Clementoni.
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