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Istat: i consumi del terzo trimestre fermi, crollano gli investimenti

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Ansa
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1 dic 2014

Nel terzo trimestre 2014 i consumi finali nazionali hanno registrato una crescita nulla rispetto al secondo trimestre (nel dettaglio +0,1% la spesa delle famiglie residenti, -0,3% la spesa della PA), mentre gli investimenti sono scesi dell'1%.

Foto: Reuters


Le importazioni, si legge nelle statistiche Istat, sono diminuite dello 0,3% e le esportazioni sono aumentate dello 0,2%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP), -0,1 la spesa della Pubblica Amministrazione (PA) e -0,2 gli investimenti fissi lordi. Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil (-0,1 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti percentuali.

L'economia italiana - secondo quanto rileva l'Istat confermando la stima del 14 novembre - nel terzo trimestre dell'anno ha registrato una contrazione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.

L'Istat ha anche rivisto al ribasso la variazione tendenziale del Pil nel terzo trimestre 2014. Rispetto allo stesso periodo del 2013, l'economia italiana è arretrata dello 0,5% contro il calo dello 0,4% stimato il 14 novembre. Il Pil acquisito per il 2014, quello che si otterrebbe cioè se nel quarto trimestre dell'anno l'economia italiana registrasse una variazione nulla, è pari a -0,4%.

Nel terzo trimestre 2014 tutti i comparti dell'economia italiana hanno mancato l'obiettivo della crescita. L'Istat registra andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,1%), dell'industria in senso stretto (-0,6%) e delle costruzioni (-1,1%), mentre il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito ovunque: -3,5% nel settore delle costruzioni, -1,1% nell'industria in senso stretto, -1,3% nell'agricoltura e -0,1% nei servizi.

Prosegue la lunga lista di dati negativi che fotografano il pessimo stato del nostro sistema economico. La domanda interna è al palo: nell'ultimo triennio i consumi delle famiglie sono diminuiti dal 10,7%, pari ad una contrazione sul mercato di oltre 78 miliardi di euro". Lo affermano in una nota Adusbef e Federconsumatori, commentando i dati sul Pil. "Siamo di fronte all'ennesima conferma di ciò che rivendichiamo da tempo: l'urgenza di una coraggiosa ed intraprendente azione tesa a restituire potere di acquisto alle famiglie e, la strada maestra per farlo, è un piano straordinario per il rilancio dell'occupazione. È ora di eliminare categoricamente da ogni disegno del Governo qualsiasi manovra che distolga risorse da tale scopo", sottolineano le associazioni.

Il Paese continua ad andare male, gli indicatori sono sempre negativi. Bisogna rilanciare assolutamente sviluppo e occupazione". Così il leader della Cisl, Annamaria Furlan, commentando i dati Istat sul Pil. "Vedo discutere tanto i governi di leggi sul mercato del lavoro ma le leggi sul mercato del lavoro non creano neppure un posto. Bisogna ripartire dagli aspetti infrastrutturali", ha sostenuto. Per Furlan, "non serve né minimizzare né urlare, serve un grande Patto per far ripartire il Paese: tutti insieme ce la possiamo fare, da solo - ha ribadito - nessuno ce la può fare a cambiare una situazione così drammatica".

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