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Pubblicato il
30 mag 2023
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Innovazione e sostenibilità, un summit a Firenze sul futuro della fashion industry

Pubblicato il
30 mag 2023

Innovazione, sostenibilità, digitale e scenari disruptive sono stati al centro del summit sull’economia circolare andato in scena a Firenze il 30 maggio nella cornice del The Social Hub. All’evento organizzato da Moaconcept in partnership con Generali Italia Spa - Agenzia di Firenze Rifredi, Change Capital e The Social Hub, con il contributo di importanti realtà di moda e fashion tech, è intervenuto Jacopo Laganga, global head of digital Monnalisa, che ha raccontato le ultime incursioni nel mondo blockchain della realtà aretina di childrenswear di lusso. 

I relatori del summit di economia circolare organizzato da Moaconcept


“L’ultimo arrivato è il progetto pilota su 4 abiti iconici della linea couture, accompagnati da un’etichetta cartacea con un QR code che apre un sito dedicato dove viene mostrata tutta la filiera dietro il prodotto (taglio, scelta dei materiali... )”, spiega Laganga. “La filiera moda è composta da tanti passaggi, ma le informazioni sono in mano ai singoli fornitori. La blockchain permette di accedere a tutte queste informazioni, rendendole accessibili in qualsiasi momento a chiunque, anche al consumatore finale”, aggiunge Laganga.
 
Sul tema dell’open innovation è intervenuto Stefano Galassi. Con 20 anni di esperienza in moda e luxury, papà ex manager Olivetti e madre modella, Galassi è co-founder di Limitless Innovation, che collega top brand con start-up tech di tutto il mondo e lavora per migliorare il processo di filiera, produzione, retail, etc, con IA, blockchain, VR e metaverso. “La tecnologia è un elemento cruciale per catalizzare la trasformazione della fashion industry”, sottolinea Galassi. “Industria 4.0, omnichannel, e circularity sono i trend del momento. Per fare sostenibilità bisogna combinare profitto, people e pianeta. Ogni giorno scopriamo nuovi materiali, ma qual è la loro scalabilità industriale? Inoltre, oggi, riciclare è oneroso a livello industriale e la tecnologia sarà fondamentale per realizzarlo su larga scala. Il fashion è una delle industrie più inquinanti al mondo e gli obiettivi sono ancora molto lontani. C’è bisogno di cultura, visione, governo. La vera sfida è nei prossimi vent’anni e saremo bravi se riusciremo ad accelerare nei prossimi 5”, conclude Galassi.

I soci dello studio Mpm Avvocati hanno fatto luce sui risvolti nel settore legati alla proprietà intellettuale e alla normativa vigente in tema di società benefit. “Abbiamo tante tutele per l’innovazione, ma nessuna di queste parla di sostenibilità. Non c’è un riconoscimento per le innovazioni sostenibili”, sostiene l’avvocato Lorenzo Micacchi. “L’innovazione ha un impatto, che può anche essere negativo, e l’imprenditore deve farsene carico. Oggi, se vuoi ottenere un finanziamento, devi dimostrare al legislatore che non stai causando un danno significativo all’ambiente. Inoltre, fare un green claim falso sarà sempre più grave. Sempre più stringenti anche le linee guida sugli imballaggi, tra i fattori più inquinanti della filiera”. 
 
Sul fronte delle società benefit, l’Italia vanta il primato a livello europeo, ha ricordato il socio Giacomo Pailli. “Siamo secondi solo agli Usa. È un sistema in fase di sviluppo che si basa ancora su autodichiarazioni e report interni che, tuttavia, devono rispettare standard riconosciuti, come quello B Corp, caratterizzato da criteri molto stringenti. Affiancare all’ordinario obiettivo di divedere gli utili tra i soci, anche un’altra finalità che vada a beneficio della comunità ha un effetto disruptive sulla company”, conclude Pailli.

Matteo Tugliani (Moaconcept)


Il digital twin, copia digitale del prodotto fisico, è al centro dell’intervento di Guido Mengoni di Temera, azienda che si occupa di tracciabilità nel mondo fashion e lavora con i maggiori top brand del lusso. “I tre pillars su cui investono le aziende oggi sono digitalizzazione, sostenibilità e retail 2.0 (post-covid). Il modello in fase di costruzione prevede che ogni prodotto debba dichiarare qual è il suo impatto ambientale. La copia digitale del prodotto fisico serve per conservarne e raccontarne la storia sostenibile. È una grande possibilità per il second hand che può così mantenere nel tempo il valore del bene, per esempio di una borsa, come già avviene nell’hard luxury (orologeria e gioielleria)”, osserva Mengoni.
 
“Siamo diventati società benefit per la Gen Z”, spiega Afsoon Neginy, Coo business & sustainability director Pettenon Cosmetics Spa, colosso di beauty con 590 dipendenti e un giro d’affari intorno ai 200 milioni di euro. “Il mondo della bellezza è passato da un concept funzionale (capelli profumati e puliti) ad uno emozionale ed esperienziale. La sostenibilità, che si traduce in quanto sia biodegradabile un prodotto, ha avuto un ruolo importante in questo processo e non va confusa con la naturalità. In azienda abbiamo creato dei comitati di sostenibilità in cui dialogano tecnici e comunicazione. Nel mondo beauty la maggior responsabilità in termini di consumo fa capo al consumatore. I parrucchieri consumano 15-20 litri di acqua per ogni singolo lavaggio dei capelli. Anche la forma dei flaconi e il design incide perché occupa più spazio nella logistica”, specifica Neginy. 
 
A chiudere la giornata è stato il padrone di casa, Matteo Tugliani, ceo and founder Moaconcept. “Nel periodo covid ho cambiato il modello di business. Ho chiuso i rapporti con i marchi partner e mi sono focalizzato sull’house brand. Nel 2021 siamo diventa società benefit: una rivoluzione che è costata 4 milion di fatturato. La benefit company è diventata il centro del nuovo modello: Persone e pianeta sono al centro del nuovo corso e punto di partenza per le prossime sfide. Ho ridisegnato l’azienda su questi pilastri”, conclude Tugliani.

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