Gianluca Bolelli
12 dic 2018
Inditex: utile netto sui nove mesi in crescita, il ritmo rallenta
Gianluca Bolelli
12 dic 2018
Inditex continua ad ingrandirsi, ma non mostra più la stessa crescita sfacciata che ostentava fino a poche stagioni fa. Il colosso spagnolo dell’abbigliamento, proprietario di Zara, Pull&Bear o Oysho, ha reso noto mercoledì un incremento dell’utile netto del 4% per i primi 9 mesi del proprio esercizio scalato, a 2,4 miliardi di euro, senza, tuttavia, fornire dati precisi sul suo terzo trimestre.

Questo risultato, sostenuto dalla crescita delle vendite (+3%) tra il 1° febbraio e il 31 ottobre 2018, è conforme alle attese degli analisti, ma segna un rallentamento rispetto ai primi 9 mesi del 2017, quando l’utile netto era salito del 6% rispetto allo stesso periodo del 2016. I risultati pubblicati mercoledì hanno "deluso il mercato" e "l’attuale situazione dell’azienda si sta chiaramente deteriorando", ha osservato Sergio Avila Luengo, analista per IG Markets. Alle 10:27 ora locale, il titolo di Inditex perdeva il 4,86% alla Borsa di Madrid.
Le vendite del gruppo iberico hanno così raggiunto i 18,4 miliardi di euro nel periodo dei primi nove mesi, +3% rispetto allo stesso periodo del 2017. In valute locali, esse sono cresciute del 7%, ha precisato Inditex, che possiede 7.442 boutique nel mondo.
Nell’ultimo trimestre, il periodo è stato caratterizzato da un mese di settembre "straordinariamente caldo", ha spiegato il gruppo, che possiede otto marchi in tutto. Inditex nota inoltre che fra ottobre e novembre ha registrato un incremento delle vendite del 5% a dati comparabili. "L'applicazione del modello economico di Inditex è stata soddisfacente nel corso del terzo trimestre 2018", ha assicurato la società spagnola, rallegrandosi della sua "decisione" di non incrementare "l’attività promozionale" come hanno fatto i suoi concorrenti "da settembre".
Inditex ha guadagnato in redditività rispetto allo stesso periodo del 2017, con il suo risultato lordo di gestione che è salito del 3%, a 3,9 miliardi di euro, alla fine di ottobre. Il margine lordo è invece aumentato del 4%, stabilendosi al 58%.
Pablo Isla, il CEO del gruppo, ha sottolineato la preoccupazione "costante" di Inditex di sviluppare un modello di vendita integrato, che rende complementare l'esperienza del cliente al momento dell'acquisto online e in negozio. Una trasformazione omnicanale che spinge il gruppo a sperimentare dei nuovi concept, in particolare nel caso del primo negozio “Bershka Experience” al mondo, appena presentato a Cremona, per Bershka, nel quale negozio fisico e digitale coesistono, o nel caso del flagship connesso per Zara, dotato di un punto di ritiro automatizzato per gli ordini effettuati online. Un format sviluppato in 7 indirizzi europei, l’ultimo dei quali è la boutique Zara situata al 54 di boulevard Haussmann, a Parigi, che apre i battenti il 13 dicembre. All’export, Inditex ha soprattutto affinato la propria rete americana aprendo il centesimo punto vendita negli Stati Uniti (un negozio Zara a Denver).

Sul versante dell’e-commerce, Inditex ha pubblicato online in novembre una piattaforma digitale per il suo marchio principale, Zara, accessibile in 106 nuovi mercati, localizzati soprattutto in Africa. Un passo fondamentale per raggiungere il suo obiettivo di essere presente online in tutto il mondo entro il 2020 con tutti i propri marchi. Le collezioni di Zara si vendono ora in 202 mercati su Internet. L’insegna principale del gruppo ha inoltre terminato l’attivazione dell’etichettatura RFID su 49 mercati, e anche il brand Uterqüe ha completato questo processo.
Questi sforzi fanno anche parte della strategia logistica di Inditex: un nuovo centro per la supply chain (dedicato alla fornitura di tessuti per le fabbriche) è stato aperto nel corso del periodo preso in esame a Laracha, in Spagna, mentre è stato dato il via alla costruzione di un nuovo sito di transito logistico a Lelystad, nei Paesi Bassi.
La redazione con AFP
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