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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
17 set 2021
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Inditex accelera la sua trasformazione e riorganizza i brand

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
17 set 2021

La storia di Uterqüe giunge a un nuovo capitolo. Alla presentazione dei risultati semestrali del gruppo Inditex, la notizia era sulla bocca di tutti. La catena più piccola del colosso iberico dell’abbigliamento e degli accessori, caratterizzata da collezioni limitate e posizionamento premium, chiuderà l'intera rete di negozi e sarà assorbita da Massimo Dutti nel corso del 2022. Tutti gli articoli del brand saranno ora distribuiti sulla sua piattaforma online e in alcuni punti vendita Massimo Dutti.

Campagna "Incoming" in formato 3D di Uterqüe - Uterqüe


“Siamo convinti che questa strategia sia quella giusta per andare avanti. L’integrazione consentirà a Uterqüe di godere di maggiore visibilità e raggiungere nuovi pubblici grazie alla rete commerciale e alla distribuzione internazionale di Massimo Dutti, presente su mercati come Stati Uniti, Canada, Messico e Turchia”, ha affermato l'amministratore delegato Pablo Isla. Durante la conferenza tenuta mercoledì 15 settembre davanti agli analisti finanziari, Isla ha affrontato la questione della riorganizzazione dei vari marchi del gruppo.
 
Come non ha mancato di sottolineare, questa “integrazione” segue una logica simile a quella che è stata messa in pratica nell'assorbimento di Zara Home da parte di Zara nel 2019 per “ottimizzare il più possibile le sinergie tra i brand”. Resta però una differenza: i prodotti di Zara Home sono stati incorporati nei negozi fisici e virtuali di Zara e i risultati finanziari delle due entità sono ora presentati insieme, ma Zara Home ha mantenuto alcuni spazi fisici differenziati, cosa che non avverrà nel caso di Uterqüe.

Gli 82 negozi di Uterqüe verranno chiusi
 
Lanciato nel 2008 e insediato a Tordera, vicino a Barcellona, ​​​​Uterqüe ha segnato la prima incursione del gruppo spagnolo in un segmento di più alta gamma. Mantenendo un format molto più piccolo rispetto a quello delle altre catene del conglomerato, Uterqüe non ha mai posseduto più di cento indirizzi fisici. La maggior parte si trovava in Spagna, ma l'etichetta è stata presente anche in Messico, Russia, Portogallo, Polonia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Marocco e persino Ucraina. In Europa occidentale, il marchio si è accontentato di qualche pop-up in capitali come Londra, ma ha in gran parte limitato l’attività all'e-commerce. In ogni caso, gli 82 negozi di proprietà del brand al 31 luglio (erano 89 nel 2020) verranno gradualmente chiusi nei prossimi mesi.
 
Sul fronte finanziario, Uterqüe ha chiuso il primo semestre dell'anno con un fatturato di 48 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai 31 milioni di euro registrati nello stesso periodo dello scorso anno, mentre l'impatto della pandemia si faceva sentire in pieno. Ma queste cifre restano lontane da quelle della seconda catena più piccola del gruppo, il marchio di moda intima e sportiva Oysho, passata da 208 milioni di euro di fatturato nella prima metà del 2020 a 305 milioni di euro nel 2021.

Oysho ha realizzato un fatturato di 305 milioni di euro nel 1° semestre - Oysho


Anche Oysho ha ridotto le dimensioni della sua rete vendita, da 665 negozi a 575. Il fatturato di Massimo Dutti è quasi il doppio: 607 milioni di euro, rispetto ai 490 milioni di euro del primo semestre 2020. Ed è fortemente calato anche il numero dei negozi di questo brand, da 728 a 654. Ma le vendite del marchio dal nome italiano non sono ancora tornate ai livelli ante pandemia: il fatturato di 844 milioni di euro del primo semestre 2019 sembra ancora lontano. L'assorbimento di Uterqüe potrebbe quindi accelerarne la ripresa.
 
Il gruppo di Amancio Ortega è abituato alle scommesse vincenti. Il suo unico insuccesso? Quello di Often, catena di moda urbana e maschile che ha chiuso i battenti dei suoi 40 negozi in Spagna e Portogallo nel 2006, a tre anni dal lancio. Nato congiuntamente a Pull & Bear, si rivolgeva a un pubblico cosmopolita di età un po' più elevata, tra i 20 e i 45 anni. Ma i suoi spazi alla fine sono stati ceduti a Friday's Project e il suo posizionamento è stato pian piano recuperato e reinterpretato dalla branca maschile dell’offerta di Zara e da Pull & Bear.
 
Per quanto riguarda le vendite online, la crescita è “notevole in tutti i mercati”. Ma il gruppo spagnolo si definisce particolarmente soddisfatto della “forte crescita di Oysho e Stradivarius”. Quest'ultima, che ha appena lanciato un progetto di piattaforma di creazione artistica, ha chiuso il primo semestre con un fatturato di 782 milioni di euro, contro i 502 milioni di euro dei primi sei mesi del 2020. Anche Stradivarius ha comunque chiuso dei negozi, 63, e il loro numero totale è passato da 994 a 931.

Bershka ha recentemente lanciato una collezione con il cantante C.Tangana - Bershka


Il terzo posto sul podio in termini di fatturato va a Pull & Bear, i cui ricavi di 786 milioni di euro superano di gran lunga i 578 milioni di euro del primo semestre 2020. Dopo aver aperto due importanti location a Edimburgo e Firenze, il marchio ora possiede 864 negozi, contro i 946 dell'anno scorso. A breve inaugurerà nuovi punti vendita a Izmir (Turchia), Doha (Qatar) e Guadalajara (Messico).
 
Pure Bershka ha dovuto scremare la propria rete commerciale, diminuendola di 99 negozi, passando da 1.086 a 987. La seconda catena del gruppo realizza nel primo semestre un fatturato di 919 milioni di euro, contro i 692 milioni di euro del 2020. Nel secondo trimestre, il brand ha effettuato diverse “aperture strategiche” e inaugurato spazi presso il centro commerciale Forum des Halles a Parigi, a Edimburgo e al Cairo. In Spagna, la catena ha svelato il suo nuovo universo con l'apertura di un negozio in Calle Preciados, a Madrid, inaugurato il 3 settembre. Nei prossimi mesi apriranno nuovi negozi Bershka a Roma, Istanbul e Bucarest.
 
L'offerta di Zara si amplia con Origins e Zara Athleticz
 
Zara rimane l’indiscussa gallina dalle uova d'oro di Inditex. Con 11,936 miliardi di euro, il fatturato del gruppo nel periodo febbraio-luglio è cresciuto del 49% rispetto all'anno precedente e Zara e Zara Home vi hanno contribuito per 8,488 miliardi di euro (contro i 5,532 miliardi di euro del primo semestre 2020). Anche Zara ha ripulito la sua rete di negozi ed è passata da 2.133 indirizzi nel 2020 ai 1.979 attuali, inclusi 73 negozi Zara Kids e 509 spazi Zara Home.
 
Alla fine del semestre, il gruppo contava un totale di 6.654 negozi nel mondo (rispetto ai 7.337 al 31 luglio 2020), con l'apertura di 92 nuovi punti vendita in 27 mercati internazionali.

La nuova collezione Zara Origins - Zara


Nel secondo trimestre, Zara è stata molto impegnata. La sede sociale del marchio si trova ad Arteixo, in provincia di La Coruña, e si è arricchita di un edificio di 67.000 metri quadrati interamente dedicato a Zara.com.
 
La rete commerciale del gruppo si è ampliata con aperture strategiche in città come Edimburgo, Cardiff, Düsseldorf, Berlino, Bruxelles, Perm (Russia) e Kharkov (Ucraina). I negozi del marchio a Marbella e Siviglia sono stati rinnovati, così come quelli ad Amsterdam, Ginevra e Abu Dhabi. Nei prossimi mesi la catena aprirà o amplierà boutique a Londra One New Change, Parigi La Défense, Milano Corso Buenos Aires, Sydney Westfield, Chengdu Taikoo Li (Cina) e Waterfront, a Città del Capo.
 
Inoltre Zara si arricchirà di una nuova linea: Zara Athleticz, una collezione per l’uomo con cui il brand muoverà i primi passi nel campo dello sport. I capi dell’etichetta, presentati come semplici e funzionali, adatti a praticare “qualsiasi sport”, saranno disponibili dal 30 settembre in punti vendita selezionati e sullo store online di Zara. Questo lancio, incoraggiato dal successo della moda sportiva fin dall’inizio dei lockdown, si baserà su una serie di storie umane legate alla pratica dello sport. I capi saranno identificati dai numeri 26-1-18-1, ovvero la posizione delle lettere “Z A R A” nell'alfabeto anglosassone.
 
E non è tutto: il 15 settembre Zara ha lanciato la nuova collezione Origins, una linea di abbigliamento “essenziale e minimalista” che sarà promossa attraverso un pop-up store a Parigi, dal 27 settembre al 5 ottobre. Inditex sta inoltre lavorando a nuove funzionalità per l'applicazione del marchio, come Zara ID, un codice QR per identificare i clienti dei suoi negozi fisici e che include funzionalità di pagamento, reso e ritiro online. Per il momento il progetto è ancora in fase di sperimentazione in quindici mercati, tra i quali Spagna, Regno Unito, Francia, Messico e Stati Uniti.

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