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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
6 mar 2020
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In giro per Parigi tra i marchi che hanno attirato la nostra attenzione

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
6 mar 2020

In questa stagione parigina, alcuni giovani stilisti sono riusciti ad infilare le loro presentzioni tra le sfilate delle grandi case di moda, rivelando spesso collezioni splendide nel centro della capitale francese.

Per tutta la settimana, gli showroom e le discoteche della città hanno fatto da sfondo alle collezioni di un grande numero di talenti emergenti, o più esperti. FashionNetwork.com ha incontrato otto designer, le cui differenze forniscono un quadro della diversità dei talenti che si esprimono in libertà in questa capitale della moda mondiale.

Collezione Autunno-Inverno 2020/21 - Instagram @ThebeMagugu


Thebe Magugu
 
Una delle presentazioni più affascinanti della stagione si è svolta la prima sera della Fashion Week. Thebe Magugu, vicintore dell’edizione 2019 del Prix LVMH, ha allestito una esibizione toccante, che miscelava arte, fotografia e moda del suo Sudafrica natale, in un piccolo auditorium in disuso del Palais de Tokyo.

Sparse sui muri, fotografie bizzarre ma emozionanti, scattate ad Ipopeng, in Sudafrica, da Kristin-Lee Moolman. Nelle immagini: due giovani donne si tengono per mano, sedute di fronte a un altare, una vestita con un abito attillato in jersey di velluto grigio perla, l’altro con un abito portafoglio lilla. E poi, alcune coriste in compagnia di un sacerdote barbuto in abito religioso. Un giovane austero vestito con una meravigliosa tunica. Una bellissima giovane donna in un abito a pieghe, stampato con un motivo caleidoscopio, in piedi davanti allo stereo di famiglia. Un giovane dandy sulla sua moto, con indosso una giacca confezionata con un tessuto stampato fatto di volti africani assemblati con Photoshop.
 
Al centro dello spazio, una mezza dozzina di modelle indossavano la sua nuova collezione, con le teste coperte da maschere tribali monocromatiche. Thebe Magugu ha chiamato la sua presentazione “Ipopeng Ext.”, dal nome della township di Kimberley — dove è cresciuto durante l'apartheid e che non è ancora indicata sulle mappe ufficiali.
 
“Il disconoscimento permanente della nostra vita quotidiana, delle nostre storie personali e dei nostri impressionanti successi riflette questo rifiuto permanente, sia in Sudafrica che nel mondo”, sostiene Thebe Magugu nel comunicato della presentazione.
 
Almeno, durante la Settimana della Moda di Parigi, questa comunità e la sua cultura hanno avuto l'opportunità di esprimersi.

Patou, collezione Autunno-Inverno 2020/21 - Instagram @patou


Patou
 
L’indomani, Patou ha presentato la sua visione nostalgica dell’eleganza alla francese, nell’ultima collezione di Guillaume Henry per la storica maison. La presentazione si è svolta nuovamente nella sede di Patou, sull'île de la Cité. Sebbene il marchio appartenga al gigante del lusso LVMH, è ancora gestito come una start-up.
 
C’erano molte cose ammirevoli in questa collezione, soprattutto gli abiti a sbuffo in cotone o raso, specialmente quelli con un papillon gigante sul davanti, ma anche gli abitini neri stampati con vecchi schizzi di trompe-l'oeil, o le gonne a forma di bolla indossate con camicette femminili con maniche gigot.
 
Rilanciato lo scorso anno, il marchio è già distribuito in 80 negozi nel mondo. “Un flagship è in previsione?”. Sidney Toledano, il PDG del gruppo LVMH, risponde alla stampa: “Non mettiamo il carro davanti ai buoi”.
 
Le modelle indossavano la collezione in un bar con vista sulla Senna, proponendo un’ennesima versione — eseguita alla perfezione — di eleganza parigina. Forse un po' già vista, ma assolutamente senza tempo.

Nicolas Lecourt Mansion, collezione Autunno-Inverno 2020/21 - Instagram @nicolaslecourtmansion


Nicolas Lecourt Mansion
 
Giovedì è toccato a Nicolas Lecourt Mansion, l'enfant terrible della moda parigina, con la sua abituale trasgressione sui tradizionali generi sessuali.
 
A 26 anni, lo stilista di Strasburgo — come Thierry Mugler — dispone chiaramente di un grande talento, riconosciuto dal premio come miglior designer emergente che gli ha assegnato l’ANDAM nel 2019. 
 
In questa stagione, lo stilista ha presentato costumi ricamati con paillettes rosse, tagliati in modo perfetto, e abiti da femme fatale scollati di seta rossa. Nicolas Lecourt Mansion ha il dono di scolpire una silhouette potente.
 
“Ovviamente, credo nella fluidità dei generi. I corpi delle donne e degli uomini non sono così diversi e siamo tutti fatti di carne e sangue”, spiega Nicolas Lecourt Mansion, vestito con un body monospalla, simile a quello che indossava durante l'incontro con il presidente Emmanuel Macron durante la cena della moda organizzata all'Eliseo.

Redemption, collezione Autunno-Inverno 2020/21 - Instagram @redemptionofficial


Redemption 
 
Alla prima sfilata mista dell'etichetta impegnata Redemption, le modelle si muovevano al ritmo di arie liriche eseguite dal vivo, in particolare “O Mio Babbino Caro”, che davano un tono speciale all'evento del marchio italiano.
 
Tuttavia, nonostante gli acuti lirici del soprano in questa aria sublime tratta dall’opera pucciniana Gianni Schicchi, la collezione in sé era notevolmente intrisa di elementi rock'n'roll.
 
Il direttore artistico del brand, Gabriele "Bebe" Moratti, ha trovato l’ispirazione per questa collezione Autunno-Inverno 2020/21 nell’ascoltare Madame Butterfly. Risultato: una versione italo-giapponese dello stile rocker. L'aria “Un Bel dì Vedremo” di Puccini ha aperto le danze, prima di una ripresa della stessa melodia con la chitarra elettrica che è servita da apoteosi al défilé, inscenato nella sala da ballo “Grand Empire” dell'Hotel Intercontinental, proprio di fronte all'Opéra. 
 
Abiti in raso con spalle a contrasto in tessuto floreale, sensuali abiti-cappotto tempestati di piccoli cristalli, e giacche da elegante giocatore di cricket, trasformate in vestiti molto corti per le signore. Smoking rossi macchiati e superbi cappotti in finto yeti per i signori. Uno show spettacolare, che ancora una volta ha dimostrato la ribellione piena di brio su cui Redemption ha costruito la propria reputazione.

Xuly Bet, collezione Autunno-Inverno 2020/21 - Instagram @xulybet


Xuly Bet
 
In questa stagione, molti veterani della moda hanno dimostrato di essere ancora in salute e sul pezzo. In prima fila tra questi c’era Xuly Bet, tornato sui podi di Parigi dopo una pausa di 15 anni. Lo stilista Xuly Bet, nato in Mali, è un pioniere dell'upcycling, e i più esperti del settore si sono tutti precipitati alla sua sfilata.
 
Molto tempo fa, in un’epoca in cui le parole “sostenibile” e “upcycling” erano pronunciate solo da un'élite di professionisti, Xuly Bet scopriva vecchi abiti di seconda mano e dava loro nuova vita: eravamo gli inizi degli anni ‘90. Lo stilista da qualche anno abita a New York, ma ha scelto di organizzare la propria sfilata in un negozio di prodotti equo-solidali di seconda mano vicino a Les Halles.
 
“Parigi è la mia casa. I miei figli vivono qui. Come i couturiers che mi hanno ispirato — Alaïa, Saint Laurent e Gaultier”, confessa Xuly Bet, che ha presentato sublimi piccoli costumi scozzesi, grandi top estensibili, giacche a quadri e persino un gilet su cui ha dipinto il suo nome in enormi lettere dorate, indossato da Rossy de Palma.
 
Quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse dei millennials che oggi sono arrivati a seguire il suo approccio sul riciclaggio, Bet ha risposto: “Secondo me, sta succedendo qualcosa di positivo. Forse io l'ho visto prima degli altri. La prima persona alla quale ho visto riciclare vestiti è stata mia madre, che riutilizzava i capi di mia nonna invece di buttarli via. Oggi forse c’è una certa ipocrisia. Non tutto è perfetto. Ma è positivo che le persone inizino a pensare nel modo giusto. È il mio DNA e l'ho usato nelle mie creazioni. Ad ogni modo, quando sei uno stilista di moda, la questione è sempre come riuscire a guadagnare dei soldi”.

Rahul Mishra, Autunno-Inverno 2020-2021 - Instagram @rahulmishra_7


Rahul Mishra
 
Anche il più famoso tra gli stilisti indiani, Rahul Mishra, è tornato a Parigi. Le sue sfilate sono nel calendario ufficiale dell’Alta Moda, ma Rahul Mishra ha presentato una collezione “in piccolo” durante la stagione del prêt-à-porter.
 
“È ciò che io chiamo 'facile-à-porter'”, scherza Rahul Mishra, che tuttavia ha incorporato nella linea un certo spirito Haute Couture. Come nei notevoli abiti di pizzo, o negli spettacolari look con stampe vegetali, decorati con ricami microscopici. Non certo facili da realizzare, ma meravigliosamente piacevoli per gli occhi.

Ingie Paris, collezione Autunno-Inverno 2020/21 - Instagram @ingieparis


Ingie Paris
 
Ingie Chalhoub, una delle più grandi esperte di moda del mondo e leggendaria dettagliante nei Paesi del Golfo Persico, ha presentato anche lei la sua ultima collezione. Con un tocco rinfrescante.
 
Magnifici abiti in catenine metalliche con finiture impeccabili, abiti corti e molto seducenti, con la schiena nuda, ricamati con paillettes... Proprio quella giusta dose di audacia che in passato è mancata al marchio di Ingie Chalhoub. In sostanza, un tocco d’impertinenza a Parigi.

Gilles Rosier, collezione Autunno-Inverno 2020/2021 - FashionNetwork.com/Godfrey Deeny


Gilles Rosier 
 
Tra i veterani della moda che sono riusciti a sviluppare un nuovo concept particolarmente sorprendente, si trova anche Gilles Rosier, uno stilista esperto, che ha disegnato per la sua linea eponima una collezione di accessori di alta qualità. L'elemento principale della collezione? Zaini dai colori profondi (verde pino, blu notte, antracite), confezionati con le pelli migliori, che trasudano qualità in stile francese.
 
Oltre al proprio nome, Gilles Rosier si è divertito a rivisitare un modello grafico: i cartelli stradali in smalto blu e verde di Parigi. Un gioco visivo sofisticato, per una collezione solida che include custodie per laptop, borse da weekend e un ingegnoso bracciale portachiavi. Un oggetto di cui quasi tutti sembrano avere bisogno al giorno d'oggi.

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