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Pubblicato il
2 dic 2020
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In Cina cresce l'appeal del fashion Made in Italy

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Ansa
Pubblicato il
2 dic 2020

Il settore della moda italiana sta lavorando duramente per assicurarsi di 'rimanere di moda' in Cina, l'importante mercato a più rapida crescita al mondo per l'abbigliamento e gli accessori di fascia alta.

Ansa


I principali player del settore all'agenzia Xinhua dichiarano che la Cina è un mercato sempre più importante per le case di moda italiane.

La Cina "è una delle poche aree in cui possiamo dire che le cose stanno andando piuttosto bene per le aziende di moda", afferma in un'intervista Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia-Cina. "Le aziende italiane sono tra i principali operatori del mercato e stanno adottando le misure necessarie per mantenere le cose come sono".

Secondo Nicola Guerini, direttore generale del Milan Fashion Institute, il successo dei prodotti di moda italiani e di altri marchi italiani non di moda in Cina rappresenta per le aziende una base solida su cui costruire. "Il marchio 'Made in Italy' ha valore in Cina", dice Guerini a Xinhua. "I consumatori cinesi sono sempre più interessati ai prodotti di fascia alta e l'etichetta 'Made in Italy' su un prodotto è un segno che si tratta di qualcosa di un certo livello".

Boselli concorda: "Le due chiavi del successo non solo in Cina ma nella maggior parte dei mercati sono che un prodotto deve avere un bel design e deve essere ben fatto", dichiara. "Questo è ciò che rappresenta il 'Made in Italy'".

L'importanza del mercato cinese è amplificata dal fatto che l'economia cinese è una delle poche al mondo ad essere uscita relativamente indenne dalla pandemia di coronavirus. Secondo uno studio pubblicato la scorsa estate da GlobalData, la Cina è destinata a uscire dalla pandemia come maggiore mercato al mondo della moda di fascia alta. Lo scorso anno, prima dell'inizio della pandemia, il rapporto di GlobalData mostrava la Cina seconda agli Stati Uniti. Ma, mentre per il mercato globale dell'abbigliamento e quello degli Stati Uniti si prevede una drastica contrazione, il mercato cinese è molto meno influenzato. Un funzionario di GlobalData conferma a Xinhua che le tendenze indicate nel rapporto erano ancora pertinenti.

"Le vendite dell'abbigliamento impiegheranno un po' di tempo per riprendersi, a causa del calo della fiducia dei consumatori, della crisi del turismo e della minaccia di un'imminente recessione globale e di alti livelli di disoccupazione", dichiara in un comunicato l'analista delle vendite al dettaglio di GlobalData, Vijay Bhupathiraju. "Ma alcuni mercati in Cina stanno già assistendo a un ritorno nei negozi fisici con tassi dall'80 al 100% rispetto ai livelli pre-Covid".

Guerini spiega che i cambiamenti al mercato globale della moda potrebbero finire per avvantaggiare alcune case di moda. "Prima della pandemia, un consumatore cinese poteva acquistare un prodotto durante un viaggio a Milano o Roma o Parigi, e questo rappresentava la fine della transazione", dice. "Ora, conoscono i marchi e li acquistano in un negozio locale nella loro città natale. Questo può creare una relazione perché il negozio può comunicargli quando sono disponibili nuovi prodotti, o quando ci sono vendite o eventi speciali", aggiunge Guerini.

Secondo Boselli, le aziende italiane faranno bene finché la domanda da parte dei clienti cinesi resterà elevata, ma la domanda crescente rivela altre aree deboli. "Le aziende nel tempo dovranno migliorare i propri canali di distribuzione", dice.

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