Ansa
2 mag 2019
Il trend dei patch: la bellezza è in maschera, tra fogli e cosmesi tessile
Ansa
2 mag 2019
Basta spalmare la crema di bellezza, il gesto è obsoleto. Al posto delle dita arrivano i patch, i tessuti e le maschere di ogni tipologia, materiale e forma. Fanno tutto loro perché sono già pronti e tagliati a misura di singola area da curare.
Si va dai cerotti a forma di labbra, contorno labbra e zigomi a scopo rimpolpante alle fibre tessili a forma di occhiaie per sgonfiarle, dalle veline da tamponare sul viso per levare l’untuosità e ritrovare luminosità senza doversi truccare alle maschere hi-tech ringiovanenti e a quelle a sacchetto liquido anche da tenere in freezer.
Ultima nata la ‘cosmesi tessile’, che sforna maschere asciutte che contengono preparazioni di sostanze attive, pure e concentrate, insieme a sistemi di trasporto ‘carriers’ tipo liposomi, che permettono di superare la barriera della pelle e a fare molto di più di quanto non faccia una semplice crema spalmata con il dito.
Cosa contengono? Microparticelle di lipidi nutrienti, come acidi grassi, fitosteroli e trigliceridi e composti naturali che, con il calore della pelle e il movimento del tessuto cutaneo sottostante, si diffondono negli strati cutanei svolgendo anche una leggera pressione e un mini massaggio. L’azione si potenzia anche grazie a nuovi sistemi tecnologici applicati ai materiali con cui sono composti cerotti e mascherine, come l'applicazione di micro aghi nel tessuto che rilasciano antiossidanti e vitamine oppure l'associazione fra maschere di silicone e micropolveri di tormalina ad azione infrarossa che agiscono ringiovanendo la pelle, brevetto made in Taiwan (della Mub Bio technology) premiato recentemente al Cosmoprof di Hong Kong, la fiera mondiale della cosmesi in Asia.
Molto popolari nei Paesi dell’Est, dove hanno registrato un enorme successo a partire dal 2015, le nuove maschere e patch sono fatte di carta, cotone, cellulosa, pellicole, perfino fogli di polpa di cocco, e sono bagnate di sieri per lo skincare ad alta concentrazione, spesso singoli ingredienti, ma puri come l’acido ialuronico.
Le beauty masks, confezionate singolarmente e in genere monouso, piacciono sempre di più anche in Europa. All’ultima edizione italiana del Cosmoprof di marzo, svoltosi alla fiera di Bologna, le maschere in tessuto e i patch facevano la parte del leone. L’amore per la nuova cosmesi-patch contagia la Generazione Z e i Millennials, tanto da affollare gli scaffali delle profumerie di lusso, delle farmacie ma anche delle catene Sephora ed Oviesse.
Datamonitor stima che il mercato globale delle nuove maschere varrà 6,6 miliardi di euro nel 2020, con una crescita dell’8,1% dal 2015, come riporta la bibbia dell’innovazione beauty globale "Cosmetic & Toiletries Science Applied" di questo mese.
In via generale la grossa differenza con le classiche emulsioni idratanti è dovuta alla forma dei nuovi rimedi, ma anche al fatto che questi cerotti beauty contengono sieri con singoli ingredienti o al massimo con due o tre sostanze fresche e prive di additivi, e il filone minimalista e puro corre parallelo al boom delle maschere. Innovative, ad esempio, anche le linee di infusi di tè bianchi, verdi, neri, blu (tè Olong) e matcha per la cura della pelle (brevetto italiano, Teaology, visto al Cosmoprof). Formule prive di acqua, sostituita dai tè e dalle loro foglie lasciate macerare all'interno dei flaconi.
Contro le occhiaie, le borse, il colorito spento, le macchie della pelle, i brufoli, la cute oleosa, le rughe e la perdita di tonicità cutanea useremo sempre più maschere e patch, già pronti o da ritagliare con le forbici a misura di zona da trattare, perché la cosmesi sta evolvendo profondamente verso il massimo della personalizzazione.
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