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Pubblicato il
9 ott 2012
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Il Ticino, nuovo polo strategico per le griffe

Pubblicato il
9 ott 2012

«Prima gli italiani volevano solo un indirizzo postale in Ticino. Adesso vogliono tutti venire qui! Da sei, sette anni il movimento si è accelerato. Il numero delle aziende di moda italiane, ma anche americane e tedesche, trasferite nel Canton Ticino si è moltiplicato in modo esponenziale”, indica un consulente svizzero specializzato nel settore fashion. Abercombie & Fitch, Armani, Guess, Gucci, Hugo Boss, La Martina, Marni, Michael Kors, Prada, Tom Ford, VF Corp., Zegna… La lista è lunga. Per il presidente della Camera della moda italiana Mario Boselli, “si tratta solo di un fenomeno fisiologico, che riguarda delle scelte aziendali individuali”. Più che un fenomeno fisiologico sembra un vero e proprio esodo verso la Svizzera.


Ermenegildo Zegna è stato il primo a trasferire attività in Ticino (Foto: Sakis Lalas)


“Sulla scia delle multinazionali e delle grandi griffe stanno arrivando ora anche le piccole e medie imprese”, nota il responsabile commerciale di una società specializzata nella costruzione e affitto di capannoni industriali. Il distretto di Mendrisio vicino alla frontiera italiana è ormai saturo, e le aziende straniere sono spinte ad installarsi più a Nord. Come Gucci Group presente in Svizzera dal 1996 che, dopo avere aperto nel 2003 uno stabilimento a Bioggio vicino a Lugano, ha annunciato nello scorso giugno un investimento di 40 milioni di franchi svizzeri destinato alla costruzione di un nuovo centro logistico di 320.000 m2 a Sant’Antonino vicino a Bellinzona, per gestire le spedizioni mondiali di tutti i suoi marchi, tra cui Gucci, Bottega Veneta, Yves Saint Laurent, ecc.

Oggi la «Fashion Valley», come è stato chiamato questo distretto elvetico della moda, impiega circa 4.500 persone e rappresenta un fatturato totale di 10 miliardi di euro secondo le stime di Ticino Moda, l’associazione che raggruppa le imprese del settore. “Il fenomeno è iniziato 30 anni fa. Vari marchi italiani sono venuti nel Ticino dove esisteva all’epoca una forte presenza dell’industria tessile-abbigliamento”, spiega Franco Cavadini, presidente di Ticino Moda. Il pioniere è stato Ermenegildo Zegna, arrivato in Svizzera nel 1976 per evitare problemi di consegne provocati all’epoca dagli scioperi a ripetizioni e dall’instabilità politica dell’Italia. Il marchio di menswear di lusso conta oggi nella periferia di Mendrisio un ufficio dedicato alla supply chain e tre siti produttivi in cui realizza i suoi abiti su misura, nonché il prêt-à-porter maschile di Gucci, Yves Saint Laurent e Tom Ford.


Sito produttivo di Errmenegildo Zegna a Mendrisio (Foto Sakis Lalas)


Ma a parte Zegna, che impiega in prevalenza mano d’opera specializzata italiana, pochi gruppi di moda hanno mantenuto attività produttive nel Ticino. “Oggi hanno soprattutto trasferito qui i loro uffici di gestione logistica, finanziaria, commerciale, il management, il controllo qualità, ecc.”, analizza Franco Cavadini, che sogna di creare un vero distretto della moda tra il Ticino e la Lombardia.

In Svizzera le aziende straniere godono di numerosi vantaggi, partendo dalla pressione fiscale molto più ridotta rispetto all’Italia. “Si situa intorno al 25%, mentre l’Iva è all’8%, prosegue Franco Cavadini. Un regime specifico di deposito doganale (DDA) permette inoltre di fare transitare dei prodotti provenienti da tutto il mondo senza che siano sottoposti a dazi, mentre le formalità doganali sono ridotte al minimo. In generale da noi gli imprenditori non hanno problemi derivanti da lentezze burocratiche. È tutto semplificato e la legislazione del lavoro, molto flessibile, è per loro veramente favorevole”.


La sede di Hugo Boss (Foto di Sakis Lalas)


È molto apprezzato infine il fattore linguistico, con l’italiano come lingua nativa, ma anche la possibilità di trovare sul posto del personale quadrilingue. La Svizzera si è così trasformata per le griffe in un efficiente fornitore di servizi, dallo sviluppo, all’approvvigionamento, passando per il marketing, la realizzazione delle fatture, la produzione di cataloghi, i “customer services”… “Qui viene curata, non la produzione, ma tutta la gestione della catena del valore”, riassume Stefano Rizzi, direttore del dipartimento Economia del Canton Ticino.

«Sicuramente in Svizzera c’è più efficienza a tutti i livelli. Situato alle porte di Milano e della Germania, il Ticino offre anche una localizzazione strategica per le consegne sia verso l’Italia che verso l’Europa. Il Paese ha fatto inoltre della stabilità politica il suo punto di forza, e questo rappresenta una garanzia essenziale per le aziende straniere che delocalizzano in Ticino”, conclude un giovane manager che lavora presso una grande griffe.

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