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21 apr 2020
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Il tessile pratese si ribella al lockdown

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Ansa
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21 apr 2020

Circa 200 aziende del distretto industriale tessile di Prato hanno inviato il 20 aprile, per e-mail, comunicazione di "parziale riapertura delle attività" alla prefettura di Prato e alla presidenza del Consiglio dei ministri sottolineando di non poter attendere la riapertura delle attività fissata dal Governo per il 4 maggio.

Il tessile pratese


Nella comunicazione, inviata con indirizzo di posta certificata, si fa presente che i prodotti tessili sono stagionali in quanto sono legati al ciclo della moda e quindi "deperibili": dunque, per evitare il rischio di annullamenti degli ordini o richieste di risarcimento danni per mancate consegne, le aziende riprendono le attività.

Le imprese in questione non fanno parte di quelle che possono agire in deroga al lockdown, dunque l'invio del documento è una provocazione che ha il marchio della protesta.

Nelle comunicazioni si sostiene anche che "l'obsolescenza tecnica dei prodotti del settore del tessile e dell'abbigliamento è pari a quella della filiera alimentare, in quanto attività fortemente stagionale, e che le aziende contoterziste sono essenziali per mantenere attivo il ciclo produttivo della filiera della moda e del Made in Italy".

Inoltre, "il mancato rispetto dei tempi di consegna previsti dai singoli capitolati potrebbe esporre i nostri clienti (ma indirettamente anche la nostra azienda) a considerevoli penali e/o richieste di risarcimento danni difficilmente sopportabili dai conti economici aziendali già provati dall'emergenza" mentre invece "sono già stati posti in essere (o lo saranno per la data di riapertura) tutte le precauzioni e protocolli anti-contagio previsti sia dalla legislazione nazionale che regionale".

Peraltro, affermano le imprese nella lettera, "l'ingresso dei dipendenti e collaboratori in azienda avverrà solo su base volontaria, senza nessun obbligo a carico del singolo dipendente" e "la riapertura riguarderà solamente alcuni reparti produttivi essenziali, fermo restando che le altre attività rimarranno sospese o saranno effettuate in smart working".

"Le persone che hanno prodotto le dichiarazioni di apertura anticipata delle aziende devono sapere che stanno agendo attualmente in maniera contraria alla legge, come peraltro ammettono nella dichiarazione prodotta. Se davvero riapriranno, si assumeranno le proprie responsabilità", ha commentato il Prefetto di Prato, Lucia Volpe, dopo una riunione con Confindustria Toscana nord. "Comprendo la difficoltà del momento”, continua il prefetto, “ma il nostro compito è far rispettare le regole a tutela della salute dei lavoratori e di tutta la cittadinanza".

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