3 feb 2021
Il tessile italiano arretra del 27,4% nel 2020, covid brucia oltre 2 miliardi di fatturato
3 feb 2021
Il tessile italiano chiude il 2020 sotto quota 5,5 miliardi di euro (-27,4%), per una perdita di fatturato annua di 2 miliardi. Lo dicono le stime preliminari elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Smi, diffuse in apertura della fiera digitale e-MilanoUnica Connect.
Nonostante la difficile congiuntura, il comparto conferma la sua importanza con un attivo commerciale a 1,6 miliardi di euro, in riduzione di quasi 620 milioni, e concorrendo al 25% circa del saldo dell’intera filiera tessile-moda.
Contiene il colpo la tessitura a maglia (-15,5%), mentre i segmenti laniero, cotoniero, liniero e serico riportano decrementi più pesanti, tra il -25% e il -30%. Negativo anche il valore della produzione in calo almeno del 28,3%.
Le esportazioni cedono il 26,7% su base annua, chiudendo a poco più di 3 miliardi, 1,1 miliardi in meno sul 2019, mentre le importazioni scendono a quasi 1,4 miliardi (-25,7%).
All'interno della cerchia dei primi 15 partner commerciali, Germania e Francia calano, rispettivamente, del 22,1% e del 21,9%; la Romania cede il 26,5%, mentre la Spagna il 19,5%.
Le vendite verso Cina e Hong Kong arretrano del 32,4% e 44,8%, pari a poco più di 180 milioni di euro, inferiori solo a quelle destinate in Germania e alla penisola iberica.
Giù l’export verso Tunisia e Turchia, rispettivamente, del 27,2% e 30,6%. Maglia nera con decrementi oltre il 40% anche per Usa, Portogallo e Giappone. Variazioni negative, infine, per Bulgaria (-32,6%), Uk (-32,8%), Corea del Sud (-24%) e Polonia (-24,6%).
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