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18 dic 2018
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Il Supreme della IBF aprirà almeno 70 negozi l’anno prossimo

Pubblicato il
18 dic 2018

Dopo la precisazione della scorsa settimana del marchio newyorchese Supreme, il quale ha voluto specificare di non essere il brand col quale la coreana Samsung ha stipulato una partnership per l’inaugurazione di un flagship a Pechino e l’allestimento di una sfilata al Mercedes-Benz Cultural Center di Shanghai, ma che si trattava di una società che sfrutta il suo nome ed immagine realizzando prodotti “contraffatti” contro la quale è in causa, non si è fatta attendere la reazione della società londinese International Brand Firm (IBF) di diritto inglese, ma con sede a Barletta, in Puglia, chiamata in causa dal brand statunitense.

Il Supreme originario, quello di New York, fondato nel 1994 per creare capi per lo skate, ha collaborato lo scorso anno con Louis Vuitton - Divulgação


International Brand Firm Ltd (IBF) ha infatti tenuto a sottolineare in una nota di utilizzare “regolarmente, insieme ad altri partner, i marchi registrati e depositati in oltre 70 nazioni nel mondo anche a mezzo WIPO (World Intellectual Property Organization di Ginevra), tra cui Supreme Spain, Supreme, Supreme Italia”, impostando “un piano commerciale ed industriale di ampio respiro che va oltre i confini europei”.
 
Va ricordato che il marchio concorrente del Supreme, per così dire, ‘originale’ è stato giudicato conforme alla legge sulla proprietà intellettuale e autorizzato a mantenere le sue attività commerciali. La storia del progetto Supreme by IBF nasce tra il 2011 e il 2012, mentre la società Elechim Sports SL lavora al progetto del marchio Supreme Spain dal 2015, anno cui fa capo la data della domanda per richiedere la registrazione del marchio anche in Italia.

“Supreme Spain” è stato “regolarmente registrato e confermato non solo dagli uffici competenti iberici, ma al contempo anche da una recente sentenza del Tribunale Mercantile di Barcellona che ha respinto le diverse domande di Chapter 4”, indica IBF nel comunicato, nel quale contrattacca e si definisce convinta di vincere la causa anche contro chi “ha visto molti rifiuti alla sua registrazione del suo brand, non ultimo quello dell’EUIPO (l’ufficio europeo dei marchi e brevetti) che ha respinto la richiesta di Chapter 4 del marchio Supreme nell'aprile del 2018”.
 
IBF ricorda di avere finora vinto in ogni sede legale competente contro il marchio di New York, sia in Spagna, sia in tribunali italiani come quelli di Trani, Forlì, Rimini, pure in Cassazione, ma anche in Serbia, altra nazione dove l’azienda “è l’unica detentrice di un marchio Supreme registrato”, ricorda, e ha già programmato l’apertura di un negozio a Belgrado.

La vicenda assume contorni paradossali se si considera che lo stesso Supreme originale nascerebbe da un’imitazione. Infatti, è risaputo che il rettangolo rosso con la scritta bianca Supreme non sarebbe stato propriamente ideato da James Jebbia, il creatore del marchio di New York, ma sarebbe un tributo-citazione-omaggio ai poster propaganda dell’artista di streetwear, oggi docente, Barbara Kruger, si legge sulla rivista online “NSS Magazine”. Pare che queste ed altre vicissitudini non abbiano consentito a Jebbia di registrare completamente il suo marchio, il che ha prestato il fianco ad inserimenti esterni. È su queste linee di confine che si muove un fenomeno come quello del caso in oggetto, che molti operatori del settore chiamano “legal fake”.

La società di diritto inglese rincara infine la dose, confermando che intensificherà le aperture di negozi “in ogni nazione del globo lì dove presenti con diritti di proprietà industriale”. IBF è proprietaria di diversi depositi e registrazioni nel mondo; oltre a Supreme Italia e Supreme Spain, c’è proprio il brand Supreme, quest'ultimo esteso anche in Cina, dove IBF è entrata da poco dopo aver ottenuto l'APAC, l'autorizzazione a vendere e commercializzare nella regione Asia-Pacifico (eccetto il Giappone). Nell’ex Celeste Impero ha aperto flagship a Shanghai e Pechino e vende i suoi prodotti sulle piattaforme di e-commerce B2C Tmall.com, del Gruppo Alibaba, e JD.com.
 
Al momento presente con propri monomarca a Barcellona, Formentera, Ibiza, Malaga, Palma di Maiorca ed in apertura nel centro di Madrid, la società ha previsto nel 2019 non meno di 70 aperture di nuovi punti vendita a marchio Supreme nel mondo. 

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