Il Salone del Mobile torna al completo a Milano con lusso e moda onnipresenti
Il Salone del Mobile torna col suo format classico con da una parte la fiera ufficiale ospitata nei padiglioni di FieraMilano City e dall'altra la sua versione “off”, il FuoriSalone, con le sue centinaia di iniziative sparse per la città. Dopo l’annullamento del 2020 e l'edizione dalla portata limitata del 2021, l'evento che invaderà Milano dal 7 al 12 giugno si preannuncia intenso, con una massiccia partecipazione di aziende di moda e lusso, che si preparano a far debuttare i loro tanti lanci, presentazioni ed eventi.

A cominciare da Louis Vuitton, che festeggia il decimo anniversario della sua collezione “Objets Nomades” lanciata nel 2012, stabilendosi per la prima volta nell'enorme Garage Traversi, nel cuore del Quadrilatero del Lusso. Hermès torna a La Pelota, luogo storico dove fino al 1997 si giocava ancora alla pelota basca, che dal 2019 accoglie le collezioni del sellaio.
Non mancano naturalmente i grandi nomi del Made in Italy, con installazioni speciali anche per Giorgio Armani, Versace, Fendi, Missoni, Roberto Cavalli, Diesel, ecc. mentre Prada organizza dal 6 all'8 giugno il simposio multidisciplinare “Prada Frames On Forest” con incontri sui temi del bosco, delle architetture e della mano dell'uomo, e Gucci approfitta della Design Week per aprire il suo pop-up con Adidas.
Con i ripetuti lockdown degli ultimi due anni, legati alla pandemia di Covid-19, il settore dell’arredo casa è letteralmente esploso, registrando una delle crescite più forti nel mercato dei beni di lusso, come confermato dalla presidentessa del Salone del Mobile, Maria Porro, che si aspetta un'edizione “densissima”: “Alla fine la pandemia ci ha giovato. Abbiamo avuto due anni di grandi risultati. L'industria del mobile in Italia ha raggiunto nel 2021 i 26 miliardi di euro, in crescita dell'11% rispetto a 2019”. Secondo l'ultimo rapporto Bain & Company, il mercato globale del design vale 45 miliardi di euro.
Sempre più marchi si stanno effettivamente diversificando nel design. Accanto alle grandi firme del lusso, come Dolce & Gabbana, che ha appena lanciato una propria linea di accessori per la casa, o Dsquared2, che ha stretto una partnership con Londonart per produrre una collezione di carte da parati, entrano in gioco anche le etichette più piccole. Come Arthur Arbesser, che lancerà alla Triennale i suoi primi mobili realizzati con il produttore De Rosso, mentre Jacob Cohën si allea con MDF Italia per vestire in denim la sedia “Neil” del designer Jean-Marie Massaud. Persino i gioiellieri si stanno avvicinando a questo filone, unendo le forze con i produttori di porcellane per celebrare l'arte della tavola, come Swarovski con l'azienda tedesca Rosenthal o Buccellati con Ginori 1735.

“Credo che la moda a un certo punto abbia capito che il design era capace di sintetizzare un immaginario popolare e che questa connessione con i target, con le comunità che la moda proteggeva in modo così esclusivo e geloso, rappresentasse in realtà un patrimonio interessante”, analizza, davanti ad alcuni giornalisti della stampa estera, Marco Sammicheli curatore per i settori design, moda e artigianato della Triennale di Milano.
“Non è un caso che la moda abbia iniziato ad avere un rapporto con il design lanciandosi nelle ‘Home Collections’. In seguito ha capito che l'energia del Salone del Mobile offriva una grande energia di comunicazione. Le maison hanno visto che esistevano dei settori dell’industria creativa che evolvevano altrettanto rapidamente dell’universo fashion, ma con una differenza. Oltre alla velocità, c'era anche la popolarità. Però la moda ha bisogno di essere esclusiva e speciale, ma necessita anche dei grandi numeri per vendere”, conclude.
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