Il motore di ricerca Lyst cresce, ma a costo di gravi perdite
Impegnata in un aggressivo programma di espansione, la start-up inglese di moda Lyst ha visto aumentare il fatturato del 20%, a 18,2 milioni di sterline (21,5 milioni di euro), nell’esercizio chiuso nel marzo del 2019, i cui dati sono stati pubblicati a metà dicembre.

Ma i numerosi investimenti che ha effettuato ne hanno aggravato il debito: nel corso dell’esercizio la perdita netta di Lyst è più che raddoppiata, raggiungendo i 6,2 milioni di sterline (7,3 milioni di euro).
Secondo Lyst, piattaforma di e-commerce fondata nel 2010 in un piccolo hangar del quartiere di Shoreditch, a Londra, milioni di consumatori di tutto il mondo utilizzano la sua interfaccia per cercare i prodotti proposti dai brand, dalle catene o dai siti di e-commerce e di articoli di seconda mano come Farfetch, Vide Dressing o Net-A-Porter.
L'anno scorso, Lyst ha ottenuto denaro fresco per 44 milioni di sterline (52,1 milioni di euro) nell’ambito di un round di finanziamenti condotto dal colosso francese del lusso LVMH. I fondi così ottenuti sono stati investiti nel lancio di siti Internet non anglofoni, nei test per una nuova app e nell’assunzione di nuovi impiegati.
Le nuove piattaforme lanciate in Francia, Germania, Spagna e Italia hanno generato un fatturato di 985.000 sterline (1,17 milioni di euro) nei loro primi mesi d’attività. Lyst ha lanciato questi quattro nuovi siti nel corso dell’esercizio, dopo aver registrato buoni risultati nei propri mercati principali di Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Australia.
Nel corso dell’esercizio, la società ha anche fatto entrare Bradley Horowitz, un alto dirigente di Google, nel suo consiglio d’amministrazione.
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