Adnkronos
4 mar 2019
Il ministro Bonisoli a 360° sulla formazione moda
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4 mar 2019
"Con il MIUR e le Regioni stiamo lavorando sulla formazione professionale a vari livelli. La vera scommessa sarà quella di riuscire a fare un'operazione di finissima rivoluzione culturale sulla formazione, perché dobbiamo investire sulle turbine che spingono da decenni l'industria italiana, come la moda e il design". Lo ha detto il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, in un'intervista all'Adnkronos.
"La moda esporta per diversi miliardi di euro e proprio in Italia ha il settore della manifattura, che attira anche gli stilisti stranieri per la produzione, spesso realizzata all'interno dei famosi distretti. Si tratta però”, dice il ministro, “di piccole realtà con non più di un centinaio di persone e dove il 'saper fare' è a volte patrimonio della singola persona. Serve una formazione professionale in questo senso".
Bonisoli osserva che "ci sono mestieri che i giovani non vogliono fare, ma che li porterebbero a guadagnare, nel giro di pochi anni, uno stipendio netto di alcune migliaia di euro. Eppure abbiamo i licei intasati da ragazzi e ragazze che poi vanno a frequentare facoltà universitarie con pochi sbocchi di lavoro. È una visione culturale che va cambiata”, dice il ministro, “perché per una famiglia sembra quasi che ci sia un'attestazione di status sociale nel dire che il proprio figlio o la propria figlia frequentano il liceo. Va fatta un'operazione di finissima rivoluzione culturale sulla formazione, perché dobbiamo investire sulle turbine che spingono da decenni l'industria italiana, come la moda, in particolare in un momento come questo di passaggio dall'industria al terziario. Questi bacini di creatività ed eccellenza artigianale richiedono formazione e investimento".
"Noi l'8 aprile”, ricorda Bonisoli, “inaugureriamo il primo museo del design a Milano e l'anno prossimo apriremo quello del Compasso d'Oro. Sembra assurdo ma Milano non aveva un museo del design. Adesso si apre ed è possibile farlo grazie a una collaborazione tra il MIBAC, la Regione Lombardia e il Comune di Milano, tre enti che appartengono a tre forze politiche diverse. La dimostrazione che se le cose si vogliono fare e se non si alza di un'ottava il tono della discussione, si fanno".
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