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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
31 mag 2021
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Il Messico rimprovera a Zara, Anthropologie e Patowl l'utilizzo di disegni indigeni

Di
AFP
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
31 mag 2021

Il Messico ha chiesto spiegazioni ai marchi di abbigliamento Zara, Anthropologie e Patowl (spagnolo il primo, statunitensi gli altri due) per aver utilizzato elementi culturali delle popolazioni autoctone nelle loro collezioni, ha indicato venerdì scorso il Ministero della Cultura messicano.

AFP / Miguel Riopa


L’organismo istituzionale ha inviato lettere ai tre brand invitandoli a chiarire pubblicamente “su quali basi una proprietà collettiva” appartenente a vari popoli indigeni dello stato meridionale di Oaxaca “sia stata privatizzata”, e ad indicare come intendano “retribuire le comunità creative”.
 
“È un principio di considerazione etica che, a livello locale e globale”, ci obbliga a richiamare l'attenzione e a discutere della “tutela dei diritti dei popoli indigeni, che sono stati storicamente invisibili”, affermano le lettere datate 13 maggio e firmate dal Ministro messicano della Cultura, Alejandra Frausto.

Nel caso di Zara, di proprietà dell'azienda spagnola Inditex, il ministero mette in evidenza l'abito “Midi” dotato di una cintura che incorpora elementi della cultura mixteca, dal comune di Oaxaca a San Juan.
 
Quanto ad Anthropologie, il capo chiamato in causa sono i pantaloncini ricamati “Marka”, che contengono dettagli della cultura e dell'identità del popolo Mixe di Santa María Tlahuitoltepec.
 
Patowl ha invece realizzato varie magliette stampate della sua collezione “Tops”, realizzando “una copia fedele” degli abiti tradizionali del popolo zapoteco della comunità di San Antonino Castillo Velasco, ha affermato il ministero.
 
In queste lettere, Alejandra Frausto invita i marchi a non ledere o compromettere “l'identità e l'economia del popolo” e sostiene un “commercio equo” che tratti creatori, imprenditori e designer indigeni su un piano di parità.
 
In novembre, la ministra messicana aveva apostrofato la stilista francese Isabel Marant accusandola di sfruttare commercialmente diversi motivi tradizionali delle popolazioni indigene messicane nella sua ultima collezione dell'epoca.
 
Nel 2019, il ministero aveva smascherato per la stessa ragione Carolina Herrera, stilista venezuelana che vive negli Stati Uniti, per aver riprodotto in alcune sue creazioni i ricami colorati tipici della comunità di Tenango.
 
Anche le altre aziende spagnole Rapsodia (anch’essa di Inditex) e Mango sono state additate per essersi appropriate di disegni della tradizione del Messico, che con 56 etnie possiede un'importante ricchezza artigianale, anche nel tessile e nel ricamo.

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