2 apr 2013
Il “Made in Italy” rafforza la presenza in Cina
2 apr 2013
Oltre 200 aziende italiane sono partite alla conquista del mercato cinese partecipando a fine marzo alle fiere di Pechino dedicate al tessile-moda con il supporto dell’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Nel settore dell’abbigliamento, 73 aziende con 89 marchi provenienti dalla gran parte delle regioni d’Italia hanno presentano le collezioni autunno/inverno 2013-2014 nell’ambito della collettiva organizzata dall’ICE dal 27 al 29 marzo alla 21° edizione della fiera CHIC (China International Clothing & Accessories Fair) di Pechino, presso la sede espositiva New China International Exhibition Center.

La manifestazione, promossa dalle Associazioni di settore China National Garment Association e Sub-Council of Textile Industry, si svolge con cadenza annuale ed è aperta ai produttori di abbigliamento uomo/donna/bambino, calzature ed accessori moda.
L’Agenzia ICE ha avviato le azioni di promozione dell’abbigliamento italiano in Cina nel 2002, con un piccolo “Punto Italia” all’interno della neonata “CHIC”, ed ha continuato a sostenere le imprese attraverso l’organizzazione della collettiva allo scopo di presidiare un mercato emergente con un ottimo potenziale di crescita, ma per diversi anni con limitato ritorno commerciale. Da qualche stagione sussistono le condizioni che dovrebbero permettere alle aziende italiane di svilupparsi maggiormente in Cina.
“Sicuramente questa collettiva è un’ottima vetrina del Made in Italy per il mercato cinese. La Cina è un mercato molto ampio e abbiamo avuto numerosi contatti tra produttori, grossisti, distributori e anche imprenditori interessati ad aprire un solo monomarca. In un secondo tempo bisognerà fare una selezione per capire quali opportunità potranno veramente concretizzarsi per noi”, spiega Gabriella Giordano, che lavora all’ufficio marketing di Carlo Pignatelli. La griffe specializzata nell’abito di cerimonia era presente per la prima volta alla fiera cinese CHIC.
Carlo Pignatelli realizza un fatturato di 35 milioni di euro per l’80% in Italia. Con una quindicina di monomarca e 500 clienti multimarca tra Europa, Giappone, Brasile e Sudafrica, ambisce a espandersi nei nuovi mercati. “Per noi era un primo approccio. Ci siamo presentati con la nostra collezione maschile ed è stata apprezzata perché nel segmento uomo i cinesi sono molto interessati, oltre alla moda italiana, anche al total look compreso di calzature. È un mercato che può dare tanto, ma ha bisogno di essere molto seguito”, conclude Gabriella Giordano.

La trasferta è stata meno positiva invece per altre aziende, che erano già state a Pechino e hanno notato in quest’ultima edizione un’affluenza minore rispetto all’anno precedente. “Ci sono state meno visite. Quest’anno i Cinesi ci hanno detto che il loro mercato era andato meno bene, hanno subito un rallentamento. Da parte nostra avevamo aspettative maggiori”, nota Gianluca Violanti, titolare del marchio omonimo di impermeabili e capi spalla donna, prodotto e distribuito dall’azienda Visconf di Empoli, che partecipava per la seconda volta a CHIC.
Secondo gli espositori italiani l’affluenza dei visitatori cinesi presso il padiglione tricolore “è stata tuttavia molto più importante rispetto a quella del padiglione adiacente francese e quello tedesco”.
Quasi in contemporanea con lo CHIC, si è svolto dal 27 al 29 marzo, sempre a Pechino e sempre presso il China International Exhibition Centre, “Milano Unica in Cina”, una mostra dedicata al settore dei tessuti italiani nell’ambito di Intertextile Apparel Fabric, in partnership con Messe Frankfurt, che si svolge con cadenza semestrale nelle due edizioni di Pechino (marzo) e Shanghai (ottobre). I tessitori italiani attraverso il loro salone di riferimento Milano Unica hanno acquisito a partire dall’edizione di marzo 2012, all’interno di questa fiera, uno spazio che ha accolto in quest’ultima edizione 128 espositori con le loro collezioni dedicate alla primavera/estate 2014.
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