Pubblicato il
24 gen 2013
24 gen 2013
Il Made in Italy guarda alla Corea
Pubblicato il
24 gen 2013
24 gen 2013
La Corea del Sud si profila come un mercato ad alto potenziale per il Made in Italy e sono sempre più numerose le aziende attratte da questo Paese. Ente Moda Italia organizza proprio in questi giorni (24 e 25 gennaio), in collaborazione con Sistema Moda Italia, la seconda edizione di “La Moda Italiana a Seoul”. Un progetto espositivo che permette all’eccellenza delle piccole e medie imprese italiane di farsi conoscere sul mercato coreano. Sono 30 i brand italiani partecipanti (erano stati 20 i marchi alla prima edizione del luglio 2012), che presentano le nuove collezioni autunno/inverno 2013-2014 di moda donna, uomo, pelletteria ed accessori presso l'Hotel Imperial Palace.
Il tubino tricolore di Giò Guerreri creato per i 150 anni dell'Unità d'Italia |
“C’è un grande interesse da parte delle medie e piccole imprese della moda nell’approfondire il sistema distributivo coreano, un modello fortemente ispirato ai format occidentali, costituito in prevalenza da department stores e boutique multimarca. Oggi i punti vendita di questo Paese non sono più interessati solo alle griffe e ai brand più conosciuti, ma vogliono diversificarsi e proporre prodotti che siano espressione del gusto italiano, cercando di soddisfare una clientela sempre più attenta alla qualità e alle nuove tendenze”, spiega Alberto Scaccioni, amministratore delegato di EMI.
Nel contempo, l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani (ANCI) ha annunciato che porterà una collettiva di aziende italiane di calzature e pelletteria a Seoul nei giorni 4 e 5 febbraio. Verrà organizzato un workshop, realizzato in collaborazione con l’ufficio ICE locale, presso l’Hotel Lotte, “che permetterà alle imprese partecipanti di avviare o rafforzare la propria presenza nel mercato della Corea del Sud e mettere in mostra l’eccellenza della produzione calzaturiera italiana”, indica l’associazione. Circa 40 aziende presenteranno le proprie collezioni autunno/inverno 2013-2014.
I due comparti, abbigliamento e calzature, hanno notato entrambi una forte crescita delle loro vendite sul mercato coreano. “La Corea del Sud ha fatto registrare performance economiche ottime anche nell’ultimo anno. Secondo i dati elaborati da Sistema Moda Italia, solo nei primi 9 mesi del 2012 l’export di moda italiana verso la Corea è cresciuto di oltre il 18%”, afferma Antonio Gavazzeni, presidente di Ente Moda Italia.
Calzature Tod's - Foto: Adnkronos |
“C’è un’attenzione che cresce di stagione in stagione da parte dei consumatori coreani per lo stile italiano, una tendenza che abbiamo registrato anche nei numeri e negli acquisti dei compratori coreani ai saloni italiani. L’eliminazione dei dazi doganali su un cospicuo numero di prodotti, dopo l’Accordo di Libero Scambio (FTA) tra Unione Europea e Corea del Sud, sta contribuendo a dare nuovo slancio agli scambi commerciali tra le due parti”, sottolinea.
“Grazie all’azzeramento dei dazi di importazione di calzature e beni di lusso, la Corea del Sud si presenta come un mercato di forte interesse per il calzaturiero italiano”, aggiunge l’ANCI. Per le calzature italiane, la Corea del Sud rappresenta oggi il quarto mercato per importanza, in termini di valore, in tutta l’area del Far East, dopo Giappone, Hong Kong e Cina. I coreani dimostrano inoltre di apprezzare sempre di più il prodotto di alta gamma, sottolinea l’associazione.
Il prezzo medio di vendita si attesta sui 76,16 euro al paio di scarpe. A ciò si aggiunge che, nei primi otto mesi del 2012, le esportazioni italiane di calzature verso la Corea del Sud hanno raggiunto la quota di 689.000 paia, per un valore di 52,44 milioni di euro, segnando un aumento del 29,7% in quantità e del 35,6% in valore rispetto allo stesso periodo del 2011. Tra le tipologie di calzature più apprezzate, vi sono quelle con tomaia in pelle e cuoio, che da gennaio ad agosto 2012 sono state esportate per un totale di 558.000 paia, generando un valore di 45,23 milioni di euro.
Copyright © 2024 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.