Pubblicato il
8 giu 2009
8 giu 2009
Il "made in Italy" si appella al Parlamento europeo
Pubblicato il
8 giu 2009
8 giu 2009
MILANO, 6 giugno 2009 (AFP) – Le aziende e le organizzazioni sindacali dei settori moda e tessile, particolarmente colpiti dalla crisi, hanno chiesto che il prossimo Parlamento europeo prenda delle misure in loro favore.
Des employées transportent la production de jeans à Matino (Italie), le 22 mai 2009 - Photo : AFP |
Durante una conferenza stampa tenutasi a Milano lo scorso 3 giugno, i principali attori del made in Italy hanno infatti chiesto che venga formata una commissione parlamentare per il comparto moda al fine di promuovere «uno dei settori manifatturieri più dinamici ed importanti per l’Europa di oggi e di domani».
I rappresentanti del fashion italiano chiedono la realizzazione di otto progetti, tra cui l’introduzione di un’etichetta che indichi il luogo di produzione per tutti i prodotti fabbricati in Europa, l’abbassamento delle tasse doganali per i prodotti europei fuori dall’unione e misure più efficaci contro la contraffazione.
"A causa di un crollo degli ordini, tutte le piccole aziende artigianali specializzate in ambiti quali il ricamo, i nastri, la passamaneria ecc hannno dovuto domandare la cassa integrazione per i propri dipendenti», sottolinea Rietta Messina, direttrice della Federazione Tessilivari, che riunisce una ventina di industrie specializzate. "Nell’arco di dieci mesi, la maggior parte di queste aziende sarà costretta a chiudere, impossibilitata per le dimensioni ad avere l’accesso ai crediti ».
In Italia, principale paese produttore di tessuti e vestiti d’Europa, l’insieme del comparto impiega circa 757.000 persone e realizza un fatturato totale di 70 miliardi di euro.
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