Il gruppo Urban Outfitters lancia Nuuly, una piattaforma di noleggio di ready-to-wear
Con il noleggio di capi di abbigliamento che va a gonfie vele (lo testimonia il successo di Rent the Runway, che ormai vale un miliardo di dollari) Urban Outfitters ha deciso a sua volta di affrontare questo segmento. Il gruppo statunitense, che possiede soprattutto le insegne Urban Outfitters, Anthropologie e Free People, pubblicherà online per l’inizio dell’estate la piattaforma Nuuly. Questa funziona con un abbonamento mensile che consente di ricevere dei capi di un centinaio di marchi di moda femminile, tra i quali quelli di sua proprietà, e dei capi vintage.

Dopo aver deciso il loro stile e pagando 88 dollari (79 euro), gli abbonati al servizio riceveranno ogni mese un pacco contenente sei vestiti il cui valore di mercato complessivo è di circa 800 dollari. L'obiettivo è consentire al cliente di rinnovare regolarmente il suo guardaroba non accumulando vestiti negli armadi. Tuttavia, se un modello piace davvero, è possibile acquistarlo in modo definitivo.
All’inizio sarà proposto un migliaio di referenze, con l'ambizione di aggiungere 100 nuovi prodotti ogni settimana. Su Nuuly si troverà tanto denim, ma anche abiti e capispalla. Tra i brand: Reebok, Levi’s, Citizens of Humanity, Anna Sui, Fila, Naadam, Wrangler…
“Nel settore dell’abbigliamento, il consumatore, il millennial in particolare, cerca piattaforme che gli portino novità e una reale ampiezza di offerte mantenendo un approccio eco-responsabile”, commenta il gruppo statunitense in un comunicato. “Nuuly cerca di adattarsi ai comportamenti in evoluzione dando accesso a una vasta gamma di prodotti attuali risolvendo il paradosso della ricerca per le nuove generazioni: una moda rinnovata e uno stile di vita più sostenibile. (…) Il gruppo ritiene che questa sia una grande opportunità per rimodellare il mercato statunitense dell’abbigliamento donna, che vale 120 miliardi di dollari”.
È stato creato un team interno per spingere Nuuly, e gli è stato riservato un magazzino nei dintorni di Philadelphia dotato di un servizio di lavanderia industrializzato. All’inizio il servizio sarà accessibile solo negli Stati Uniti, ma la volontà è di estenderlo geograficamente in futuro.
Il gruppo americano ha svelato questo nuovo progetto in occasione della pubblicazione dei suoi risultati del primo trimestre 2019. L’azienda ha registrato un incremento delle vendite dell’1% nel periodo chiusosi lo scorso 30 aprile, a 864 milioni di dollari (773 milioni di euro). Il suo utile netto è stato di 33 milioni di dollari, ciò significa che è calato del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
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