Il gruppo statunitense PVH Corp rivede al rialzo le prospettive annue
PVH Corp ha rivisto al rialzo le sue previsioni di utile rettificato per la totalità dell’esercizio. I suoi risultati trimestrali hanno infatti superato le attese di Wall Street, grazie all'aumento della domanda in Europa per i prodotti dei suoi marchi Calvin Klein e Tommy Hilfiger.
Il gruppo di New York cerca di promuovere i suoi marchi tra i Millennials siglando partnership con personalità influenti dell’universo dei social network, come la modella Bella Hadid, la cantante Billie Eilish e il pilota britannico di F1 Lewis Hamilton.
Il suo fatturato trimestrale è cresciuto del 2,5%, per raggiungere i 2,59 miliardi di dollari (2,35 miliardi di euro), arrivando al di là delle stime medie degli analisti, che puntavano su 2,54 miliardi di dollari, secondo i dati IBES di Refinitiv.
Il margine operativo lordo del gruppo (EBIT) è sceso a 270 milioni di dollari, contro i 282 milioni di un anno prima. Il gruppo ha affermato che questo calo è legato agli effetti valutari negativi, ma anche all'acquisto del suo partner in Australia, alle quote comprate di Tommy Hilfiger China, che in precedenza era una joint venture, e pure ai costi sostenuti per ristrutturare di Calvin Klein dell’importo di 3 milioni di dollari.
Ora la società prevede di generare tra i 9,43 e i 9,45 dollari per azione nell’esercizio 2019 su base rettificata, contro la precedente previsione compresa tra i 9,30 e i 9,40 dollari.
Le vendite di Tommy Hilfiger, marchio che costituisce il suo maggiore generatore di ricavi, sono cresciute di circa il 10%, raggiungendo gli 1,24 miliardi di dollari (1,13 miliardi di euro). Il fatturato del brand è aumentato del 16% all’estero (+20% a cambi costanti). Le vendite in Nord America rimangono stabili, nonostante una contrazione del 5% delle vendite a perimetro comparabile nei negozi del marchio.
Calvin Klein, che si sta riprendendo dagli errori commessi l'anno scorso, ha visto aumentare leggermente le vendite, che hanno raggiunto i 968,9 milioni di dollari (879,7 milioni di euro), per una crescita del 3% su base comparabile.Questo incremento è trainato dalla progressione delle vendite del brand in Europa, che così consentono alle vendite estere dell’etichetta di salire del 7%, a 514 milioni di dollari (464,1 milioni di euro; +10% a cambi costanti). Una crescita che avrebbe anche potuto essere più elevata: l'attività in Asia è in effetti colpita dalla situazione politica e dal braccio di ferro in merito ai dazi doganali tra Cina e Stati Uniti. Proprio in Nord America, Calvin Klein accusa una diminuzione delle vendite del 5%, sia nel wholesale che nel retail (-4% a perimetro comparabile).
Escludendo gli elementi eccezionali, l'azienda ha guadagnato 3,10 dollari per azione, oltre la previsione media degli analisti, che puntavano su 3 dollari per azione.
L’utile netto attribuibile alla società è sceso a 209,2 milioni di dollari (189,9 milioni di euro), o 2,82 dollari per azione, nel trimestre terminato il 3 novembre, contro i 243,1 milioni di dollari (220,7 milioni di euro), o 3,15 dollari per azione, dello stesso periodo dell’esercizio precedente.
Nei primi 9 mesi d’esercizio, il fatturato del gruppo americano è salito del 2%, e del 5% a cambi costanti, a 7,3 miliardi di dollari (circa 6,6 miliardi di euro). Rispetto al 2018, il gruppo punta ad ottenere un incremento delle vendite dell’1%, pari a circa il 4% a cambi costanti.
Il valore delle azioni della società di New York è aumentato leggermente, a 101 dollari, sul mercato secondario.
Con Reuters
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