11 feb 2010 – In un breve comunicato, la casa di moda italiana ha annunciato dei risultati operativi 2009 molto migliori di quelli del 2008. Il motivo, un aumento del 14% delle vendite nelle boutique.

Campagna Prada

Otto giorni dopo la chiusura del suo esercizio fiscale, lo scorso 31 gennaio, il gruppo ha rivisto in meglio le sue previsioni. Qualche giorno prima, ha smentito formalmente qualsiasi negoziazione col gruppo svizzero Richemont in vista di una cessione di una parte minoritaria del suo capitale. Al momento, Prada è di proprietà quasi-esclusiva della sua creatrice e fondatrice Miuccia Prada e del suo socio e amministratore delegato Patrizio Bertelli.

Nel settembre scorso, contro ogni previsione, Prada aveva reso noti ordini di vendita che sorpassavano del 10% il budget previsto dalla casa, annunciando allo stesso tempo il progressivo ritorno di una parte dei suoi team produttivi, tre settimane prima della fine del periodo di sottoccupazione e cassa integrazione deciso dall'azienda stessa.

Secondo l'ultimo comunicato, le performance economiche hanno permesso al gruppo di autofinanziare la totalità del suo piano di sviluppo per quasi 120 milioni di euro, un piano dedicato in particolare all'apertura nel mondo di 33 boutique sotto varie insegne dei marchi del gruppo: Prada, Miu Miu, Car Shoe e Church’s.

Nel 2008, il gruppo aveva fatto registrare un calo del 22% del suo risultato netto, a 98,8 milioni di euro, con un giro d'affari globalmente stabile rispetto al 2007, a 1,6 miliardi di euro. Il motivo principale era rappresentato da un piano d'investimenti aggressivo per 158,7 milioni di euro, cioè il 68,8% in più rispetto all'anno precedente, che aveva permesso l'apertura di 34 nuovi negozi.

Ad oggi, il gruppo dispone di un parco commerciale di 267 boutique in proprio distribuite su 78 paesi, e diffonde anche i suoi prodotti attraverso una vasta rete di corner, franchising e punti vendita multimarca.

Di Gianluca Bolelli (Fonte: E.-A. Fabrizi)