Il gruppo H&M continua a chiudere più negozi di quanti ne apra
Dopo due anni di crisi sanitaria e in un contesto internazionale teso a causa della guerra in Ucraina, il gruppo H&M sta restringendo ancora di più le sue velleità di sviluppo. Dopo aver già annunciato la cifra di 240 chiusure di negozi in arrivo durante questo esercizio 2022, Hennes & Mauritz ha rivisto al ribasso il numero delle sue nuove aperture in poche settimane, passando dalle 120 unità menzionate a gennaio ai soli 95 negozi annunciati durante la pubblicazione dei propri risultati del primo trimestre, il 31 marzo.

Questo piano di razionalizzazione della propria rete globale, che oggi conta 4.721 unità (contro le 5.053 di due anni fa, per un saldo negativo di 332 chiusure), prevede quindi una riduzione netta di 145 negozi nel 2022.
Inoltre, la maggior parte delle inaugurazioni previste quest'anno avverrà in paesi in cui il gruppo ha una presenza scarsa o nulla (come Cambogia, Ecuador o Kosovo ad esempio, dove H&M entrerà nel 2022), mentre le chiusure riguardano principalmente i suoi mercati consolidati e la catena di punta H&M.
La società proprietaria delle insegne H&M, Cos, Monki, Arket e & other stories indica anche che continua a trattare con i locatori: i contratti che ha firmato le consentono di rinegoziare o rescindere circa un terzo di tutti i suoi contratti di locazione ogni anno.
Arket sbarca a Parigi
In Francia, ad esempio, il gruppo svedese ha deciso di liberarsi a Parigi del suo flagship H&M sugli Champs-Elysées, che ha abbassato le serrande a gennaio 2022, a pochi mesi dalla partenza dell'insegna da rue de Rennes. H&M si prepara anche a chiudere il suo punto vendita nel centro di Amiens ad aprile, secondo Le Courrier Picard, dopo aver anche chiuso la sua unità ad Alençon e uno dei suoi negozi a Le Mans nel 2021. Sul versante delle aperture, merita di essere citato l’arrivo nell’Esagono del suo marchio premium Arket, che s’insedierà nel Marais parigino nella seconda metà dell'anno.
Nel primo trimestre dell’esercizio finanziario 2022 (andato da dicembre a febbraio), il colosso svedese dell'abbigliamento ha visto aumentare le vendite del 23% rispetto allo scorso anno, a 49,2 miliardi di corone (circa 4,8 miliardi di euro), mentre il suo utile prima delle imposte ha raggiunto i 282 milioni di corone. Un livello ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che prevedevano 1,35 miliardi di corone. La chiusura temporanea dei suoi 185 negozi russi a causa della guerra in Ucraina gli avrebbe fatto perdere cinque punti di crescita nel periodo.
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