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11 feb 2019
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Il Gruppo Albini investirà 30 milioni in 3 anni in ricerca e innovazione

Pubblicato il
11 feb 2019

Il gruppo tessile Albini, fondato nel 1876 ad Albino (BG),ha chiuso il migliore esercizio degli ultimi tre anni, con un fatturato di 153 milioni di euro, in crescita del 3% in un anno, con un consistente aumento dei margini, fatto di una redditività aumentata del 50%. Un risultato ottenuto “grazie a una selezione della clientela, a una riduzione dei costi e a un leggero aumento dei prezzi medi”, ha detto a FashionNetwork.com Stefano Albini, neo Presidente della società dopo la scomparsa improvvisa un anno fa del fratello Silvio Albini, incontrato al salone Milano Unica. “Anche il margine operativo lordo è aumentato in modo consistente, e così ci siamo riportati ai risultati del 2015 e ora siamo pronti ad investire 30 milioni nel prossimo triennio in impianti industriali, ricerca e innovazione”.

Stefano Albini - Gianluca Bolelli - FashionNetwork.com


Inoltre, il Gruppo Albini ha “diminuito del 26% la posizione finanziaria netta”, puntualizza Stefano Albini, “grazie ad una politica rigorosa sul circolante, alla riduzione dei magazzini e alla razionalizzazione oculata di costi e produzione, senza perdere in innovazione e capacità commerciale e senza licenziare nessuno o delocalizzare. Queste politiche ci fanno sperare in una crescita di volume d’affari anche nel 2019, nonostante l’anno non sia certo iniziato molto bene per l’economia in generale”.
 
“Il nostro “centro di ricerca”, che è la società I Cotoni di Albini, la quale parte dalla materia prima e arriva a fornire i filati, a noi e a terzi, ci ha consentito di produrre delle mischie (cotone-lana, cotone-cashmere, cotone-tencel, pura lana, ecc.) che dovrebbero garantirci una bella crescita quest’anno”, prosegue.

Per Thomas Mason 1796, marchio inglese acquisito nel 1992, la principale novità della Primavera-Estate 2020 è la linea “Icons”, capsule collection che comprende la riedizione di tessuti iconici degli anni ’10, ’20 e ’30 del Novecento, provenienti dai 500 volumi d’archivio del brand anglosassone, che vanno dal 1860 in poi. “Non sono tessuti pregiatissimi in sé, ma esprimono un heritage, una costruzione e un disegno che rappresentano valori aggiunti d’eccellenza che arrivano al consumatore finale”, precisa Stefano Albini. Il setoso, omogeneo e corposo cotone Sea Island, invece, classico del brand, viene proposto in nuovi colori. Si tratta di una delle varietà più antiche al mondo, della quale fra Barbados, Antigua e Giamaica sono prodotte solo 130 balle selezionatissime ogni anno (pari allo 0,006% della produzione mondiale di cotone a fibra lunga). Albini Group controlla la produzione di 70 di queste balle.
 
L’altra label Albiate 1830, la linea sport, giovane e streetwear del gruppo bergamasco, conferma la sua expertise nel denim proponendo un viaggio fra 13 tipologie diverse di tessuto per la prossima PE 2020. È stata rinnovata in modo approfondito introducendovi anche tessuti non tipici della camiceria, "e nell’ambito della fascia alta di prodotto possiamo dare al cliente cose che non tutti i denimisti possono garantire", assicura Stefano Albini. "A fianco delle collezioni, abbiamo infatti presentato, a Milano Unica e Première Vision, Albini Express. La collezione ‘dal pronto’ di Albini si presenta con oltre 1.200 tessuti è un programma di servizio versatile con sei temi, dal più formale allo sportivo, e tempi di consegna rapidissimi".
 
Per il marchio principale Albini 1876, la PE 2020 si compone di tre temi principali: Righe, Fluo e Techno. Temi e tessuti molto diversi tra loro, ma legati da un fil rouge di ricerca, innovazione e modernità Made in Italy. Tra i tessuti più performanti della prossima stagione, Albini propone l’idrorepellente “X-Aquatech”, asciutto all’interno, o “X-Soltech”, che protegge dai raggi UVA e UVB, il termoregolatore “Thermotech”, l’anti sgualcimento “Zero 24”, gli elastici “Yoga”, tutti naturali, che non ricorrono a materiali sintetici, e il “Techno”, tessuto tecnico per camiceria realizzato con filato in bioceramica.

I Cotoni di Albini


“Stiamo ampliando peso e strutture delle collezioni di Albini 1876”, continua Stefano Albini. “La camicia è un capo che sta soffrendo da un po’ di tempo, ma stiamo cercando di dare ai nostri clienti spunti per far loro utilizzare i nostri tessuti in modo più trasversale. Se ben comunicate al consumatore finale, le funzionalità innovative di un capo attraggono la vendita”.
 
Sul fatturato aziendale il marchio femminile Albini Donna rappresenta un 15%, come Albiate, Albini 1876 si trova intorno al 45%, il resto è generato da Thomas Mason. Albiate 1830 è il marchio cresciuto maggiormente (del 12%) nel 2018, grazie al fatto che lo sportswear è di grande tendenza.
 
Il gruppo di Albino, che è il maggiore produttore europeo di tessuti per camicia, esporta direttamente il 68% del fatturato in oltre 80 nazioni. Recentemente ha posto ancora più attenzione sulla sosteniblità e sulla durabilità nel tempo delle sue creazioni. Infatti ha appena portato avanti per il gruppo francese Kering un progetto insieme a Supima e Oritain per la realizzazione di un prodotto completamente tracciabile, dal campo in cui la materia prima viene coltivata fino al punto vendita, grazie a una filiera verticalmente integrata e a un metodo scientifico innovativo.
 
L’azienda conta oggi su 7 stabilimenti (4 in Italia, 1 in Repubblica Ceca e 2 in Egitto), per un totale di quasi 1.400 dipendenti (35 si trovano nell'ufficio creativo) che realizzano i prodotti dei suoi 5 brand (c'è anche David & John Anderson, anch'esso acquisito nel 1992).

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